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Femminicidio: la colpa è del Padre.

Immagine del redattore: Gabriella Grasso Gabriella Grasso

Mercoledì 6 settembre 2023, siamo al 79esimo femminicidio. L'ultima donna uccisa è Marisa Leo. Nel 2020, Marisa Leo aveva denunciato per stalking il suo compagno, ma anche per le lei denunciare non è servito a nulla. Il suo assassino, Angelo Reina, si è sparato dopo averla ammazzata, la paura della pena non è un deterrente. Questo ennesimo femminicidio è avvenuto poche ore prima del via libera definitivo dell'Aula della Camera al disegno di legge per l'avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. Questa norma, che porta le indagini a un organo superiore, si inserisce nell'ambito del cosiddetto Codice rosso, ma non basta. Serve una tutela speciale per le donne che denunciano. Questa battaglia non si vince solo con interventi di natura penale. I centri che aiutano le donne lamentato la difficile applicabilità delle norme. Solo il 27% delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza denunciano. La differenza deve essere culturale. Il mantra «denuncia, denuncia, denuncia» non è sufficiente: è inutile dire alla donna di denunciare se non si è pronti a raccogliere la denuncia. Questo perché sono tanti i timori e i pensieri che frenano chi subisce violenza: la paura di denunciare il padre di tuo figlio, la paura di rovinarlo, quella dello stigma sociale, quella di non essere creduta, la paura di finire in un circuito che non dipende più da te e che non puoi controllare e la speranza che qualcosa cambi. In Italia ogni tre giorni una donna è stata vittima di femminicidio nel 2023, ma così è stato anche nel 2022, nel 2021, nel 2020 e nel 2019. Sempre più di 100 donne ogni anno. Il modus operandi è sempre lo stesso: l'uomo pensa alla donna come cosa sua e quindi crede di poterne disporre a proprio piacimento, nel momento in cui la donna smette di essere cosa sua o a lui funzionale, l'uomo può, anzi deve ( secondo un pensiero patriarcale e dunque maschilista) punirla o ammazzarla. Il patriarcato è alla base culturale di un problema sistemico e fino a quando non riusciremo a eradicare il pensiero che lo fonda e lo supporta, il femminicidio resterà una costante invariabile della nostra quotidianità, insieme al maschilismo tossico, deleterio anche per l'uomo. A oggi su 79 donne uccise, 61 sono state ammazzate da una mano familiare e non serve alterizzare l'omicida ricorrendo al momento di follia o alla nazionalità; il femminicida è un uomo che ha usato violenza fisica e psicologica per anni prima di arrivare all'atto finale e questo riguarda maschi di ogni provenienza , età, cultura, estrazione sociale ed economica.




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