L'11 marzo 2011, all'ospedale Ferro/Branciforti/Capra di Leonforte, una donna di 34 anni moriva di parto. Si chiamava Gabriella Gallo. Gabriella aveva due figli , un marito e tanti progetti da realizzare quando la malasanità la trovò e l'ammazzo. Malasanità ossia un combinato disposto di inadeguatezza strutturale e imperizia individuale. Sono passati tredici anni e da quella vicenda, che tanto indignò la comunità paesana, poco è rimasto. E' rimasto il dolore di chi l'amava e l'ama ancora ed è rimasto un ospedale privo di strumenti diagnostici, medicine e medici, che ancora spera nell'assunzione di dottori argentini e di una Tac appropriata

alla portata massima del suo solaio. La morte di Gabriella Gallo scoperchiò un verminaio e Leonforte intuì il male oscuro della sanità territoriale, ma optò per la disgrazia e dato che le disgrazie toccano sempre gli altri, continuò a pensare bene dell'ospedale e male della morta, che comunque se l'era cercata. Col passare degli anni l'ospedale è servito sempre meno ai malati e sempre di più ai candidati. Oggi il Ferro/Branciforti/Capra agonizza, ma ancora serve. Serve a garantire gli amici e a zittire i nemici, serve a occupare, provvisoriamente, i precari e a ammansire gli ambiziosi. Incarichi e assunzioni fioccano, in prossimità di elezioni locali, regionali e nazionali e mentre i malati vengono smistati altrove anche grazie all'elipista a Gabriella Gallo dedicata, la salute altrove va cercata. Gabriella si affidò ai medici dell'ospedale Ferro/Branciforti/Capra e morì perché la sanità pubblica è un sistema senza controlli e controllori e chi ne conosce i trucchi e sa destreggiarsi se ne approvvigiona a piacimento. È un sistema marcio, che fa marcire un intero Paese. Gabriella morì per la superficialità di chi non volle riconoscere i limiti di una struttura deficitaria e sebbene si mobilitarono l'allora senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale istituita a Palazzo Madama e il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, giustizia non è stata fatta. Che la terra ti sia lieve Gabriella.
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