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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Leonforte: è arrivato il mammografo al FBC. Evviva!

Al Ferro/Branciforti/Capra è arrivato il mammografo. Evviva! Ora , al FBC abbiamo la Tac a 128 strati e il mammografo. Evviva, Evviva! Continua però la penuria di medici, ma il sindaco ha assicurato, con un post su Facebook, che li cercheranno ovunque e di ogni nazionalità.

"Da pochi giorni è stato istallato il nuovo mammografo all’ospedale di Leonforte. Dopo la TAC la radiologia si arricchisce di un altro importantissimo strumento diagnostico. A novembre il mammografo sarà operativo è disponibile per delicati esami che verranno eseguiti nel nostro ospedale, evitando i “viaggi” verso Enna per un esame, con grandi disagi per i pazienti.

Ringrazio la Direzione Aziendale dell’Asp per l’attenzione, la politica del dialogo e confronto continua a dare i suoi frutti.

Ora assieme ai Comitati lavoreremo per avere altri medici (di qualsiasi nazionalità!!! ) in servizio presso il nostro ospedale".

Vuoi vedere che era solo un problema di nazionalità? Oggi, sul territorio nazionale mancano almeno 80mila operatori tra medici e infermieri. Servirebbero almeno 10mila specialisti per far funzionare la sanità pubblica e 4mila camici bianchi nei Pronto Soccorso. Il governo Meloni per aggravare la questione ha riattivato il blocco degli organici, che esiste da 23 anni almeno e tagliato i fondi alla Sanità Pubblica, incentivando però la privata. Nel pubblico però aumentano i "gettonisti", meglio pagati degli assunti. Questo crea un grave squilibrio strutturale del mercato del lavoro e spinge centinaia di professionisti della sanità a espatriare nei Paesi del Golfo e dell'Arabia Saudita, dove sono meglio retribuiti e hanno ottime prospettive di carriera perché i medici italiani sono i peggio pagati d'Europa, restano precari per buona parte della loro attività lavorativa e subiscono la politicizzazione della sanità che predilige i tesserati al partito di governo o i ben nati agli altri. Questa gravissima questione sociale avrà gravi conseguenza sulla povera gente, che non potrà scegliere il privato, spesso praticato nel pubblico in intramoenia

, ma dovrà attendere anni per gli esami urgenti e se già prima del 2020 la questione liste d’attesa rappresentava una nota dolente dell’assistenza ospedaliera, la forte contrazione delle visite specialistiche durante il Covid non ha fatto che peggiorare il quadro: accedere gratuitamente e nei tempi giusti alle prestazioni sanitarie del Ssn risulta sempre più difficile. Per una mammografia di screening possono passare anche due anni. Secondo il report elaborato dall'Azienda ospedaliera e aggiornato a gennaio 2023, all'ospedale Cannizzaro di Catania bisogna aspettare: un anno e due giorni per una mammografia, dieci mesi per un ecodoppler o un’ecografia della mammella, nove mesi per una tomografia retinica. Tra circa 600 prestazioni sanitarie previste nella lista, 50 richiedono almeno 120 giorni, cioè quattro mesi, per essere erogate, e 30 ne richiedono almeno 180, cioè sei mesi. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, affiancato dall’assessore alla Salute, Giovanna Volo, ha sottolineato che “abbattere le liste d’attesa e migliorare l’aspetto relativo alle emergenze” è una priorità del governo. E c’è da crederci, se anche a Palermo, tanto per fare altri esempi, al Policlinico “Giaccone” servono 153 giorni (cinque mesi) per una visita chirurgica alla tiroide o un’ecografia alla tiroide, 265 (nove mesi) per una visita dall’endocrinologo, 272 giorni per una visita neurologica. Gli ospedali messinesi hanno raggruppato le statistiche per territorio: nell’area metropolitana, per una mammografia “in tempi brevi”, cioè dieci giorni, l’attesa media è di quattro mesi, cinque e mezzo per una tomografia del torace, cinque mesi per lo stesso esame ma all’addome.

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