Incetta di premi per "Nati in bianco e nero", qualcosa a De(ath)livery e un contentino per l'adattamento di "Colloquio notturno..." di Dürrenmatt. Questo hanno decretato giurati e pubblico, a conclusione della XL edizione del premio città di Leonforte, sezione Teatro. Il pubblico ha scelto la comicità nostalgica di Provolino e la giuria tecnica... anche, ma perché? Perché non hanno osannato l'adattamento italico del Boia svizzero? Perché non hanno riconosciuto l'attualità di un potere che zittisce e elimina le voci contrarie? Perché non hanno celebrato uno dei maîtres à penser del Novecento? In tempi di pasoliniana "indegnità e degradazione antropologica" avrebbe dovuto trionfare "La notte dell'ultima sigaretta-Colloquio notturno con un uomo disprezzato" anche perché io ci avevo scommesso una pizza, ma nonostante tutto questo è stato edificante immergersi in quell'aura di sacralità del teatro sotto le stelle. Schiaffeggiati dal vento della Brivatura, i leonfortesi hanno respirato teatro nonostante abbiano, ancora una volta, preferito la risata alla riflessione. A Leonforte usa così: favoriamo l'ilarità alla ragione anche perché ragionare nuoce gravemente alla salute, l'ha scritto Dürrenmatt. Siamo "lolli", ma per troppa furbizia.
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