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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Leonforte: La madre di una persona con disabilità chiede aiuto al sindaco

Pubblichiamo, di seguito, la lettera della signora Caterina Iraci, mamma di una persona con disabilità che, a nome di tanti altri genitori, lancia un appello al sindaco di Leonforte e all'intera comunità affinché si attivi per aiutare tutte e tutti i cittadini portatori di disabilità.

Sono la mamma di una bambina affetta da grave disabilità e scrivo questa lettera, a nome di tanti altri genitori che, come me, fronteggiano una situazione complessa e difficile. Leonforte non è un paese per le persone con disabilità, troppe sono le barriere architettoniche, troppe le lungaggini burocratiche per ottenere un posteggio riservato ( spesso occupato da maleducati normodotati), troppa l'incapacità di comprendere la situazione di chi ogni giorno lotta per i propri figli fragili. Spesso mi trovo a chiedere più rispetto a chi non vive la stanchezza quotidiana di un genitore perennemente assorbito dalla propria figlia o dal proprio figlio. Figli che necessitano di maggiori cure e attenzioni. Capita che anche il rumore eccessivo del traffico veicolare o di una festa allegra rechino disturbo per loro esasperante e capita che ribadirlo crei conflitto. Sento, spesso, di sentirmi sola , privata di una vita "normale". Avete mai provato a recarvi in un supermercato o in un ufficio postale con una o un figlio che non tollera l’attesa? Sapete cosa vuol dire non poter lavorare o coltivare i propri interessi e le proprie passioni, perché non c’è nessuno che si occupi di tuo figlio in tua assenza? Sapete cosa significa non poter trascorrere serenamente una giornata al mare o fare semplicemente una passeggiata perché si ha il timore che il proprio figlio possa farsi male? Sapete cosa prova un genitore quando è costretto a penalizzare e limitare gli altri figli nello svolgimento di determinate attività che la presenza di un figlio disabile non consente di realizzare? No! Non lo sapete! Forse potete solo immaginarlo, ma non comprenderlo fino in fondo, perché solo il genitore di un bambino disabile può farlo! La nostra, purtroppo, è un’esperienza devastante, fatta di immense solitudini, di incomprensioni, di sconforto per tanti diritti non garantiti a causa della mancanza di risorse finanziarie o a causa di complessi iter burocratici. La fine della scuola per me vuol dire l'aggravarsi un impegno già molto oneroso perché i centri ricreativi per i nostri figli sono insufficienti. Avere un figlio disabile vuol dire riorganizzare quotidianamente la propria esistenza, rivoluzionare continuamente gli orari, affannarsi perennemente. Ci sono genitori che, fortunatamente, hanno la possibilità di potersi permettere economicamente, durante il periodo estivo, una figura specializzata o un servizio che possa aiutarli nella gestione del proprio figlio disabile, ma non tutti possono. C’è tanta gente, come me, che non ha tali possibilità economiche e che può solo sperare nella fruizione di un servizio gratuito che lo Stato, comunque, ha il dovere di garantire. E’ per tale motivo che rivolgo, dal profondo del cuore, un appello al Sindaco affinchè mi e ci aiuti.

Questa lettera inviataci da Caterina fa riflettere su un importante tema sociale che spesso, se non vissuto in prima persona, si tende a sottovalutare. In campagna elettorale tutte e tutti i candidati hanno speso parole di comprensione e disponibilità verso queste realtà. Ricordatevi dunque di attuarle. Grazie.



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