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Pedofilia e omertà a Enna


Nell'Aprile del 2021, un prete ennese venne accusato di pedofilia.

Iniziò il processo e il 10 ottobre scorso, a testimoniare è stato chiamato anche il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che avrebbe offerto 25mila euro alla famiglia di una delle vittime del prete, in cambio del loro silenzio.

Il vescovo è stato convocato anche per rispondere delle informazioni ricevute da un ufficiale dei carabinieri della città.

Il carabiniere avrebbe suggerito al vescovo di cambiare avvocato, dato che il suo rischiava di venire coinvolto in un'inchiesta per fatti di mafia. In cambio del suggerimento, l'ufficiale avrebbe gradito una raccomandazione del vescovo, per entrare nell'ordine dei Cavaliere del santo Sepolcro.

In questa storia gli uomini di Dio e della Patria non fanno una bella figura e una malafigura la fa anche il giornalismo ennese, che trasforma i FATTI in tesi a favore loro e dei loro assistiti.

I giornali pro-parrino tacciono o scrivono delle petizioni di solidarietà e della guerra fra diocesi e delle vanità di un giovane dalla sessualità ambigua mentre quelli pro-abusato insistono, morbosamente, sui particolari delle indagini. La vicenda perde di significato e il lettore, dopo poco si annoia e passa oltre. La Chiesa intanto continua a perpetrare, sistematicamente, un crimine aberrante e a incolpare le donne di non fare figli, perseguendo un solo peccato: l'aborto, per arrestare il quale vota e fa votare gli eredi del duce. Hanno vinto, di nuovo loro e peggio per le vittime.





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