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A Leonforte piovono asili nido.

A inizio di questa settimana, l'ottimo assessore Francesco Rubino ha annunciato, su Facebook, l'aggiudicazione di due importanti interventi pubbllici riguardanti:

- un nuovo asilo nido (dopo quello oramai in fase di ultimazione nei locali ex macello) per il quale il nostro Comune ha ottenuto un finanziamento PNRR per complessivi 720 mila euro;

E

- un nuovo Centro per l'Impiego che consentirà di potenziare e migliorare i servizi non solo per i cittadini di Leonforte, ma anche per quelli di Assoro, Nissoria e Agira.

(Speriamo anche per le cittadine, compresse dall'assessore nel maschile sovraesteso. La prego assessore almeno lei non rafforzi le discriminazioni di genere)

Il finanziamento ottenuto, da parte del Dipartimento Regionale del Lavoro, assomma a complessivi 520 mila euro.

Evviva!


Peccato che dal rapporto Istat 2024 sulla natalità, uscito a ottobre scorso, abbiamo appreso che c'è stato un crollo delle nascite in Sicilia con un record negativo in provincia di Enna. Enna ha registrato un decremento dell'8,3% delle nascite, ma dato che una delle misure più importanti previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è l’investimento di ben 4,6 miliardi per la realizzazione di 228.000 posti aggiuntivi negli asili nido e nelle scuole per l’infanzia, si fanno asili nido anche nei comuni childless. Potrebbe essere una strategia per accrescere la natalità e contrastare l’invecchiamento della popolazione: aumentare i servizi per invogliare la figlianza degli indigeni accompagnandola magari con l' aumento dell'offerta lavorativa. Sono previsti incrementi delle risorse disponibili per la gestione corrente di queste strutture? Chi pagherà il personale per farle funzionare dopo averle costruite? I Comuni? Mah! La questione è importante anzi è delicata. Se da un lato non si può delegare ai comuni la scelta di scolarizzare i più piccoli perchè i diritti dei piccini e delle piccine sono di interesse nazionale dall'altro i sindaci dovrebbero poter selezionare la priorità delle urgenze anche perchè la sforbiciata al fondo per le spese di gestione non garantirà la copertura del 33% dei nidi costruiti con i fondi PNRR ma solamente del 15%. La riduzione della percentuale di copertura dei servizi a livello nazionale non solo comprometterà la possibilità di raggiungere il nuovo obiettivo europeo, ma accentuerà le attuali disuguaglianze territoriali, penalizzando bambine e bambini del Mezzogiorno e delle aree interne, che già dispongono di una dotazione di servizi più limitata. In buona sostanza il governo Meloni ha finanziato la costruzione di palazzi destinati all'educazione infantile definanziando al contempo i servizi educativi e allora che senso ha annunciare la costruzione di un nuovo asilo nido come se fosse una cosa buona?

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