Visto l'incredibile successo che ha riscosso il mio articolo sui NOTTURNI, penso di fare cosa gradita nel ripubblicare questo mio racconto di qualche anno fa, dedicato a Michele Ridolfo.
IL POSTINO CANTANTE
Tributo a Michele Ridolfo
Transitavo per piazza Marconi, il punto che unisce due delle strade più importanti della mia cittadina .
Quella mattina , le macchine si incrociavano e rumoreggiavano come sempre , provocavano, a irregolari intervalli, un rumore di clacson e di motori che scuoteva la calma .
Pochi passanti transitavano svelti, chiusi nei loro giubbotti, le mani in tasca, per il freddo invernale. Il mio camminare era più lento del loro, quasi a gustare quel rumore dei loro passi. Andavo con la mente a quando ero ragazzo, il via vai della gente mi aveva sempre affascinato.
D’un tratto, sento , una voce, che cantava una melodia conosciuta, unica, una tra le più belle canzoni di Nicola di Bari.
Incuriosito, vidi un uomo vestito da postino, indaffarato a distribuire buste e plichi che cantava " La Prima Cosa Bella"
La gente gli passava vicino, piena della fretta di ogni giorno,un sorriso, uno sguardo, un fugace saluto….. quella fretta che spersonalizza, che ti rapisce, che chiude la porta a tutto, anche ad una lieve pausa, per ascoltare quell’uomo.
Io no, andavo più lento, e mi fermai accanto a lui, ad ascoltare. Mi piaceva quella sua voce armonica .
Finito il pezzo, mi complimentai con lui, e lui mi raccontò di sé.
Quella sua voglia di cantare gli era stata trasmessa dai genitori.
Canta da sempre, da quando ragazzino, partecipava ai concorsi canori, alle feste da ballo o ai matrimoni.
Era rientrato da poco in paese, dal nord, uno dei tanti che per lavorare era stato costretto ad andare via dalla sua terra.
Mi raccontò ancora di lui, della sua nostalgia per la famiglia lontana, dei pochi soldi che poteva inviare.
Adesso era tornato, e non sarebbe più dovuto ripartire.
Mentre lui parlava , mi attraversavano la mente le note e le parole della canzone che gli avevo sentito cantare.
"La senti questa voce....".
Era un postino, ma anche un artista e un grande cantante, lo salutai e gli augurai buona fortuna.
Mi si avvicinò, e mi abbracciò, e mi ritrovai anch’io
ad abbracciarlo. Qualcosa ci aveva spinto in quell’abbraccio.
Lui forse sentì di essere apprezzato con sincerità , ed io avevo sentito il bisogno di farglielo sapere.
A distanza di tempo, lo incontrai ancora, casualmente sempre allo stesso posto.
Mi riconobbe, lo riconobbi.
Due nuove parole, una stretta di mano, ed un saluto: “Ciao, Aldo , grazie! E tanta buona fortuna”, mi disse. Mi sentii migliore.
Era ed è un artista , era ed è un grande cantante, era ed è una gran brava persona.
Non so se lo rivedrò ancora, ma di certo non mi scorderò di lui.
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