Il 21 marzo è la Giornata della memoria e l’impegno in nome delle vittime innocenti delle mafie. Nata il 21 marzo del 1996 per volontà di don Ciotti, il fondatore di Libera, vuole ricordare le centinaia di vittime innocenti di mafia, che spesso non hanno avuto giustizia e che altrettanto spesso non trovano spazio nella memoria pubblica. Fu per Carmela Montinaro, madre di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone ucciso nell’attentato di Capaci, e per Saveria Antiochia, madre di Roberto Antiochia, ucciso mentre era di scorta volontaria al commissario Ninni Cassarà che venne istituita questa Giornata. Don Ciotti ricorda che sedeva accanto a Carmela Montinaro durante una commemorazione ufficiale della strage di Capaci, quando in lacrime la sentì accusare i cerimonieri di non pronunciare mai il nome di suo figlio. Don Ciotti da questa denuncia trasse la duplice intuizione, da un lato, della nuova direzione da imprimere all’impegno sociale contro le mafie e, dall’altro, della continuità tra questa nuova strada e quella da lui stesso precedentemente percorsa con il Gruppo Abele di Torino. Questo cammino incrociò quello autonomamente avviato da Saveria Antiochia, la quale dopo la morte del figlio aveva cominciato sui media, nelle scuole e anche in politica un’orgogliosa, energica e coraggiosa attività di denuncia, testimonianza
e lotta contro le mafie. A Leonforte Elisa Valenti che ancora attende la sua strada.
Nel luglio del 2023 il sindaco Livolsi ha avviato l’iter per l’intitolazione di una via a Elisa Valenti. Impegno preso anche dai due sindaci precedenti, ma ancora non ottemperato. Elisa Valenti venne uccisa, il 30 giugno del 1999, da un commando di killer nell'ambito di una guerra di mafia nei territorio della provincia "babba" (Enna). Elisa Valenti fu riconosciuta "vittima innocente di mafia" dal Ministero dell'Interno e da tempo le amministrazioni comunali leonfortesi affermano di volerle intitolare una via o una piazza per dimostrare come le mafie uccidono chiunque intralci i propri interessi. L'amministrazione Livolsi ha dunque iniziato il cammino burocratico che dovrà passare in commissione e in consiglio comunale, in attesa dell'autorizzazione della Prefettura. "Una collettività senza memoria non è una comunità: bisogna avere memoria e onorare le vittime innocenti. Avvieremo anche una serie di eventi nelle scuole”. Disse il sidaco quel giorno di luglio del 2023
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