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A Dittaino l'alta velocita Palermo-Catania inciampa sulle cuticchie romane

Nel cuore della Sicilia la velocità non torva "ressa". Siamo destinati alla monorotaia e forse neppure a q

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uella. Nella valle del Dittaino abitata un tempo da Greci, Punici e Romani e oggi da agirini, assorini , nissorini e leonfortesi è emersa una necropoli di epoca romano-imperiale databile fra il I e il III secolo d.C. La scoperta è avvenuta durante i lavori per la nuova linea ferroviaria Palermo–Catania che ora verrà momentaneamente interrotta per poi essere deviata o rivista in un'ottica turistica, un trenino al posto del freccia rossa. Le tombe emerse raccontano una comunità stratificata che usava tombe semplici e monumenti funerari di grande pregio e ancora: cinque collane, due anelli d’oro e un’urna cineraria in marmo di Carrara, recante una dedica al Magnus Magister Pecoris, l’alto funzionario che amministrava le greggi, figura chiave nell’economia pastorale del tempo. I tombaroli nostrani non ne sapevano niente? Pare che altro ancora emergerà, la zona era infatti usata per l'allevamento e la coltivazione del grano che veniva stipato e trasferto ovunque nell'impero. A est della necropoli c'è la zona sacra con resti di ossa animali bruciate e strati di sedimenti alluvionali, indizi di riti propiziatori o sacrificali. Mentre gli scavi proseguono, con l’obiettivo di ricostruire integralmente l’insediamento e la necropoli, la valle del Dittaino si conferma ancora una volta un crocevia di civiltà, dove ogni pietra, ogni frammento, ogni iscrizione racconta un pezzo della nostra storia. Ieri una necropoli e un luogo di culto, oggi l'Outlet e una ferrovia incompleta

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