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Aldo G.La Ganga. REFERENDUM, UNA SCONFITTA CHE VIENE DA LONTANO



Per quanto mi riguarda, quello di ieri e` stato il primo referendum nella mia vita in cui mi sono impegnato in prima persona, anzi, il secondo, visto che da ragazzo avevo partecipato con impegno ed entusiasmo a quello contro il Nucleare.


Chiaramente, il referendum non ha raggiunto il suo obiettivo primario, quello di portare al voto il 50%+1 degli elettori aventi diritto e quindi senza se e senza ma e` una sconfitta dei promotori e di chi come me l'ha sostenuto.


Ma 14.000.000 di cittadine e cittadine che si sono recati alle urne meritano rispetto e una valutazione più attenta di quello che e` successo.


Certamente io non ho né la preparazione politica né quella culturale per fare un'analisi approfondita e dettagliata, ma credo che su alcuni aspetti posso dire la mia.




Il quasi 40 % di no alla cittadinanza per gli immigrati, e per i figli di immigrati nati qui,dimostra che c'è un sovranismo di sinistra che promuove un idea di etnia più vicino a quei valori qualunquistici, che costeggiano e affiancano le proposte della destra, che a quelli di "nostra patria e`il mondo intero".


Altra considerazione che salta subito agli occhi e` quella di un mondo sindacale diviso e non più omogeneo, con la CISL appiattita sulle posizioni padronali della destra di governo, non a caso non ha voluto partecipare ai festeggiamenti del 25 Aprile.


14.000.000 di voti che sono il 30% degli aventi diritto, hanno comunque un grande valore sociale e politico. Sia perché andare a votare in circostanze così difficili è stata una scelta chiara e netta e sia perché in tantissime occasioni, le elezioni partitocratiche e rappresentative hanno avuto una percentuale notevolmente inferiore, basta che date un'occhiata ai ballottaggi se che si sono tenuti anch'essi ieri e vi accorgerete che spesso le elezioni politiche valgono meno di un referendum, come partecipazione complessiva dei cittadini.


Se oggi tantissimi cittadini sono stanchi della politica e perché tutti e ripeto tutti i raggruppamenti politici non hanno più alibi con cui lavarsi le coscienze macchiate dal fango del tradimento, dei loro valori fondativi e nelle loro pratiche nei ruoli di rappresentanza.


E questo vale per la destra, la sinistra e il centro.


Per restare " a casa" e io lo dico e lo scrivo senza remore, la più grande delusione che hanno vissuto i cittadini ha avuto origine almeno trent’anni fa, da quando il centro sinistra ha adottato politiche neoliberiste, antipopolari e classiste nei settori del lavoro, dell’economia e della cultura in continuità con i governi di centro destra. Gli intellettuali, gli uomini di cultura che si sono fortemente opposti a questa deriva sono stati penalizzati, isolati e tagliati fuori dal dibattito pubblico.


Ha preso il sopravvento una classe dirigente così profondamente immobile e inciucciara che ha fatto si che la retorica della partecipazione al voto come strumento di cambiamento, e di rilevanza politica e sociale, diventasse niente più che un inganno.


Ed ecco quindi spiegato il perché del disinteresse per le svariate attività politiche e referendarie da parte della maggioranza dei cittadini che intravede quotidianamente il risultato di un’azione politica blanda, inefficace e senza sostanziali differenze fra partiti.


Cosa fare? Io nel mio piccolo continuo un percorso di rinascita e partecipazione cittadina alla gestione della cosa pubblica.


Ci riuscirò? Non so dirlo con certezza, posso solo aggiungere che daro` il massimo per riuscirci.


In fondo rinascere non e` poi così difficile.


Basta volerlo.

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