Leonforte è una parentesi rosa fra Premio letterario e Vannacci
- Gabriella Grasso

- 3 giorni fa
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Novembre 2025, si è concluso a Leonforte in un fine settimana carico di eventi: la 42esima edizione del Premio letterario e l'allestimento in piazza IV Novembre del banchetto informativo Il Mondo Al Contrario.
Della 42esima edizione del Premio letterario resteranno tante cose e in special modo le interviste di Franco Licciardo agli illustri partecipanti, vertenti sul respiro nazionale di un evento per troppo tempo asfittico e ora, finalmente, di ampio respiro perché a Leonforte la cultura fa mangiare e non è vero che l'intellettuale è utile solo a sé stesso. E' vero che la gente ancora si ostina a vederlo (l'intellettuale) come un "criaturi" chiuso nella sua bolla, come un pescetto rosso in una boccia d'acqua o come scriveva Papi (Giacomo non Enrico) nel Censimento dei radical chic come "un inutile zavorra". Chi conosce infastidisce, non piace anche perché spesso non capisce niente di quello che gli sta succedendo intorno: genocidi (ignorati anche in un consesso di intellettuali), crisi economica e militarizzazione europea con ritorno della leva, volontaria però non coscritta! L'intellettuale leonfortese oriundo o importato è in linea di massima solo o al limite in compagnia dei suoi pari (tutti presunti, tranne lui, intellettuali) rimasto a incarnare una superiorità morale inesistente e per ciò irrilevante politicamente e socialmente. Causando, anche involontariamente, il dilagare della barbarie che si propone di combattere. Gramsci scriveva che " l'errore dell'intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed essere appassionato...gli intellettuali rischiano così di diventare una casta o un sacerdozio". La cultura per un paese ha valore se declinata in una dimensione sociale , se aiuta nella crescita una collettività, ma da noi, al paese, il popolo, la gente, sta da un'altra parte. Qualcuno (pochi anzi pochissimi) stanno al banchetto dei vannacciani che hanno preso sul serio le battute di Checco Zalone e votano il Generale in vestaglietta di seta, pensando che gli "ominisessuali" e i neri siano diversi e certamente lo sono da loro, incapaci di comprendere le vittorie delle conquiste sociali: "coglioni ?" li definirebbe Zalone o anche minchioni verghiani, per restare in tema culturale o illuminati al limite della folgorazione; ai posteri l'ardua sentenza. I leonfortesi sono imperfetti, tragici, ispirati, ignoranti ma anche intuitivi e geniali e certamente poco vannacciani. Nel messaggio di fine anno del 1981, il presidente Pertini disse: " Io credo nel popolo italiano. E' un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari". Un messaggio che potrebbe ripetere Mattarella a fine 2025. Questo vogliono gli italiani e i leonfortesi che malgrado tutto sono italiani chiedono esattamente questo: sanità funzionante e stabilità economica e di tanto in tanto un poco di cultura, ma non troppa.











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