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Immagine del redattoreAldo la Ganga

AQUILE RANDAGIE TRIBUTO AGLI SCOUT PARTIGIANI



Lo ammetto, l’emozione  questa volta ha fregato anche me. 

Nel rinunciare al mio discorso  per dar spazio ai tanti relatori che  abbiamo inserito nell’organizzazione  di questo 25 aprile e per non togliere tempo alle splendide musiche preparate per l’occasione dalla Banda San Felice, mi sono limitato a fare solo dei ringraziamenti a quanti hanno contribuito a trasformare da una scampagnata a un grande momento civico e comunitario  la Festa della Liberazione dal fascismo e dal nazismo di quest'anno.             Nel fare i ringraziamenti  ho commesso qualche errore e soprattutto ho dimenticato di citare alcuni dei protagonisti  della RESISTENZA.

Nel caso specifico mi riferisco al fatto che tra partigiani non ho citato gli Scout Cattolici Italiani che attraverso  l’organizzazione denominata“AQUILE RANDAGIE” furono tra i protagonisti  della lotta partigiana. 

Erano  ragazzi dei gruppo di scout di Milano, Monza e Parma che continuarono a svolgere le loro attività giovanili clandestinamente durante il periodo del fascismo.

 

Lo scautismo in Italia ha origine nel 1916, anno in cui viene fondata  l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI), che venne scolta  con la legge  n. 5 del 9 gennaio 1927 dal governo fascista.

Con questa legge  veniva decretato lo scioglimento dei Reparti scout nei centri inferiori a 20.000 abitanti, e l'obbligo di inserire l'acronimo ONB (Opera Nazionale Balilla) nelle insegne dei rimanenti. 

A conseguenza di questa legge, Papa Pio XI il 24 gennaio dello stesso anno fu costretto a dichiarare sciolta l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI).

Il 9 aprile 1928 tutto lo scautismo fu dichiarato soppresso dal Consiglio dei ministri fascista.

Molti furono i  gruppi scout che deposero ufficialmente le proprie insegne, ma alcuni di essi si rifiutarono di cessare l'attività.

Usando messaggi in codice e cifrati per non venire scoperti, quei ragazzi continuarono a ritrovarsi, tenendo anche regolari campi scout d'estate in Val Codera (provincia di Sondrio), e svolgendo regolari attività scout. Li guidavano Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la resistenza e che ebbe anche il soprannome di Bad Boy, e da Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden. 

Fu proprio il movimento Scoutistico clandestino da loro fondato con l’idea  di mantenere integri i valori di libertà, di autonomia, di fraternità e preparare i quadri per il momento della ricostruzione.

Un  valore ideale che si concretizzo in tantissimi giovani. Furono infatti  dei ragazzi a dire NO al fascismo, quando tutti si piegavano nonostante le denunce con interrogatori alle sedi fasciste e alla Questura, ma il loro  NO rimaneva intatto.

Ha così origine il primo gruppo cattolico antifascista.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 le Aquile Randagie, questo era il nome che si erano dati,  insieme ad altri, diedero vita all'OSCAR (Organizzazione Scout, poi sostituito da Soccorso, Collocamento Assistenza Ricercati) che si impegnò in un'opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera (noto quello di Indro Montanelli).

Altri gruppi scout clandestini rimasero attivi in Italia negli anni del fascismo: uno di essi si riuniva addirittura a Palazzo Venezia, lo stesso dal cui balcone il Duce si affacciava per i suoi discorsi.

Alle AQUILE RANDAGIE  sono legate pagine importanti della opposizione cattolica al regime fascista.

Mi piace ricordare  cosa ha scritto nel libro "Al ritmo dei passi", Giulio Uccellini tra i fondatori insieme a don Andrea Ghetti delle Aquile Randagie: “Ogni domenica ci si trovava sotto il portico dei Mercanti. Si aspettava che tutti ci fossero, e via. Oltre la periferia, oltre la città daziaria: Vigentino, Forlanini, Baia del Re. Località oggi sommerse dalle case e che ricordano a noi vecchi tutto un ieri, vissuto così: nella disperata volontà di non cedere e di conservare un ideale ed una concezione di vita. Ogni domenica: per tanti anni, dal '28 al '45. La mattina la Messa, il pomeriggio l'Uscita. Chi fosse arrivato più tardi trovava in un buco, alla terza colonna, il messaggio in Morse per raggiungere gli altri.”

I valori che hanno mosso tutte le azioni di resistenza delle AQUILE RANDAGIE per i quali, molti di loro hanno sacrificato la vita per la costruzione di un mondo migliore, hanno trovato espressione nella Carta Costituzionale e sono molto simili a quelli richiamati .da tantissime altre organizzazione partigiane.

Per chiudere questo breve articolo, riporto qui un pezzetto de “la Preghiera del Ribelle” che Don Giovanni Barbareschi, presbitero Aquila Randagia usava recitare sempre.


“Dio che sei verità e libertà, facciliberi e intensi: alita nel nostro proposito,tendi la nostra volontà. Quanto più s’addensa eincupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.Ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.

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