L'ultimo fine settimana di novembre ha portato tante cose buone al paese nostro.
Venerdì 29 novembre, presso la villa Bonsignore, il cui giardino all'italiana è stato deturpato, dalla precedente amministrazione per ricavarne un' orrida arena spettacoli e che ancora attende, dall'attuale amministrazione, giustizia e verità, si è tenuta la prima giornata di studi sul "caso Leonforte" e la possibilità di recupero della zona storica.
La professoressa Maria Rosaria Vitale ha preso parte al progetto Changes ( Spoke 6) finanziato da fondi PNRR per la rigenerazione urbana dei centri minori della Sicilia, che ha offerto una possibilità concreta di trasformazione del centro storico da "camurria" a opprotunità.
Il centro storico di Leonforte è certamente carico di atmosfere suggestive, ma anche di segni dell'incuria e dell'abbandono, con grave pericolo per i residenti: pochi e per lo più anziani eppure ancora qualcosa si può fare.
Sapranno i nostri amministratori cogliere questa occasione?
Sapranno fare di quelle pietre parlanti un luogo vivo e produttivo?
Speriamo!
Speriamo anche, e ancora, di vedere rinascere quelle vanedde e di riavere il giardino all'italiana della villa Bonsignore, in luogo dello spianata impraticabile per carrozzine e persone con disabilità motoria, ma anche per persone con tacchi d'ordinanza.
Speriamo, anche, se da noi usa dire: chi di speranza campa, disperato muore.
Sabato 30 è stata invece la volta della Cultura.
Sabato si è consluso il Premio città di Leonforte sezione narrativa e poesia, con la vittoria di Valentina Pasquon, poeta e autrice della raccolta: Per non perdere il conto, e di Tommaso Giartosio, intellettuale, attivista impegnato nella lotta contro ogni discriminazione di genere, conduttore radiofonico, poeta, narratore e tanto altro ancora, che ha vinto con Autobiogrammatica, un testo complesso e divoratore che dei siciliani racconta molte più cose dei clichè alla maniera camilleriana, stereotipati e inflazionati.
La serata conclusiva ha visto la partecipazione dei finalisti e dei lettori tecnici e popolari, che però hanno avuto poco spazio nell'ambito della kermesse, allietata dalle canzoncine e dagli sketch del performer Antonio Provitina, nipote della leonfortese Maria Provitina, così lui stesso si è presentato al pubblico. Maria Provitina era, per i leonfortesi, la signorina sempre vestita dell'abitino francescano, figlia di uno dei primi sindaci di Leonforte : il professore Nunzio Provitina, quotidianamente impegnata nelle cose di chiesa, la chiesa dei cappuccini, dispensatrice di buoni consigli e caramelle, era un' icona paesana ed è stato bello ricordarla, ieri sera. Donna del popolo, serva di Dio e personaggioa di aneddoti per tante e tanti leonfortesi.
Ad affiancare lo showman è stata la perfetta Elisa Di Dio. Perfetta, senza bisogno di aggiungere altro.
La serata è cominciata con un'intervista al sindaco Livolsi, che ha chiarito un concetto...chiaro all'inizio, fumoso nel prosequio e evidente in ultimo: l'acqua di Leonforte verrà portata dove l'acqua manca, con o senza il consenso del primo cittadino perchè in caso di bisogno così agisce la cabina di regia. La cabina di regia, perifrasi usata dal sindaco in luogo di prefettura, ha disposto l'utilizzo del surplus d'acqua leonfortese per rimpinguare i rubinetti dei comuni afflitti dalla carenza d'acqua potabile. Bene. Così è giusto fare. Resta un dubbio: la cronica mancanza d'acqua potabile riguarderà, a breve, anche Leonforte? Il futuro prossimo cosa riserva al nostro paese? Oggi ricco d'acqua per sè e per gli altri? E' il caso di invitare i cittadini a provvedere all'installazione regolamentata di vasche dìacqua? O basteranno i bidoncini di plastica da riempire alla Granfonte? Le cui acque non sono potabili.
Che fare?
Attendiamo risposte e azioni.
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