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DI SAGRE NON SI VIVE!!!!



A Nicosia cala il sipario sulla festa di primavera (fatta in piena estate) con un dolce tipicamente di Carnevale (degustato in piena estate). Nicosia è ormai diventata una sorta di produttrice di sagre che vanno dalla sagra della “piciotta” fino a quella del gelato (prima “al” Cappuccino poi, capendo di non poter frullare i frati, “del” Cappuccino) e via discorrendo. Non a voler essere cattivi, anche perché poi qualcuno con la smania di persecuzione si sente attaccato, ma non sembra tutto un po’ una presa in giro? Prima che qualcuno possa dire che è facile criticare e solo chi non fa non sbaglia, diciamo subito che il nostro ragionamento è molto simile alla critica verso un qualunque medico che, dinnanzi ad un paziente che ha un infarto e un raffreddore si preoccupa di guarirlo dal raffreddore mentre il paziente muore d’infarto. E similmente Nicosia, che sta morendo per diversi fattori economici, comunque ha il suo “braccialetto” da degustare.

Ora vi facciamo questo ragionamento:

Un Tizio ha mille euro e sta con Caio che ha altri mille euro. Entrambi gestiscono un negozio di suppellettili. Questo negozio non vende nulla e tutti i prodotti sono comprati di volta in volta da tizio e da caio. Il negozio, ad un certo punto, avrà quindi 2000 euro, mentre tizio e caio zero. Il proprietario del negozio è Sempronio che paga a fine mese a Tizio e Caio 800 euro a testa. Alla fine della fiera Sempronio ha 400 euro, Tizio 800 e Caio 800. Non si può comunque negare che sia girata l’economia! Allo stesso modo, questo “giramento di economia” avviene a Nicosia. Un gigantesco gioco delle tre carte dove si organizza una sagra, si fa pagare un ticket alla popolazione di Nicosia e alla fine sono tutti felici perché si è prodotta economia. Ma economia di che? Si è fatto come la fontane con acqua a ricircolo! Il problema è che Nicosia, come le fontane, perde sempre più popolazione, come l’acqua, e c’è poco da “ricircolare”. Se si è chiamati ad essere a favore del tessuto economico di Nicosia non bisognerebbe studiare altre forme che permettano un introito esterno? Durante queste sagre, ecco la domanda, cari albergatori: quanti posti letto fate di gente che partecipa a queste sagre? Cari venditori di vestiario, fermo restando che ve le fanno di domenica, ma quanti capi di vestiario in più vendete per le sagre? E la domanda può farsi per i cari venditori di ferramenta e tanti altri cari venditori… è la sagra che vi fa arricchire? O forse, cari albergatori, venditori di vestiario e anche altri venditori, non è forse il turismo, con eventi inediti o unici (e Nicosia ne ha prodotti), che vi farebbe guadagnare qualcosa di più? Non sarebbe forse meglio che al posto di ingegnarsi nel creare la prossima sagra dell’acqua calda, chi si professa a voler risollevare l’economia non inizi ad investire in progetti a lungo termine?

Facile sfornare un “braccialetto”, facile il panem et circenses, se ne siete capaci da adesso mettetevi a sfornare professionisti.

Alain Calò

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