
Per Mattei il vero modello di sviluppo era la crescita uniforme senza distinzione tra nord e sud in Italia, giacché eventuali discrepanze nello sviluppo socio-economico avrebbero creato problemi di carattere economico e politico e, alla lunga, anche pericolose tensioni di carattere sociale.
Era quindi chiaro che il Presidente dell’ENI non combatteva le sette sorelle del cartello petrolifero per il loro strapotere nel mondo del petrolio, ma combatteva ( cosa ancora più pericolosa) la loro inquietante dittatura nascosta sotto le mentite spoglie della democrazia, ovvero la dittatura economica. Quella dittatura che le sette sorelle esercitavano su tutti i popoli che loro sfruttavano, utilizzando le loro alleate “ pulite democrazie”, in nome del progresso della civiltà e dello sviluppo economico e sociale.
Mattei era un imprenditore “anomalo” essendo rimasto interiormente un partigiano, un combattente per la giustizia e la libertà: il suo vero obiettivo era quello di creare un’industria energetica italiana autonoma che non subisse condizionamenti o sudditanze e che potesse fornire energia a buon prezzo alle industrie italiane.
Per Mattei il conseguimento dell’autonomia energetica e la limitazione dei vincoli burocratici erano indispensabili per realizzare uno stato moderno e dinamico: a questa visione Mattei univa il suo dinamismo, il pragmatismo, e la facilità e la rapidità d’azione nel mondo della competizione industriale, armi da lui ritenute indispensabili per garantire una crescita economica e industriale del paese.
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