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FRANCESCO FISCELLA QUANDO IL GOVERNO CI FA VERGOGNARE DI ESSERE ITALIANI

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Ci sono momenti in cui chi ci governa tradisce memoria, giustizia e dignità. Momenti in cui il silenzio è complicità, e l’indignazione diventa un dovere.


Oggi molti italiani si sentono umiliati da scelte e posizioni del governo attuale, che offuscano i valori fondanti della nostra Repubblica. È inaccettabile che la Commissione Antimafia, nata per difendere la legalità, venga usata per riscrivere la storia e minimizzare le responsabilità dell’estrema destra nelle stragi degli anni ’60–’80. Sentenze definitive parlano chiaro: quelle violenze furono in gran parte opera di gruppi neofascisti. Negarlo oggi è un’offesa alla memoria delle vittime e all’intelligenza collettiva.


Ancora più grave è il tentativo di escludere figure autorevoli come Scarpinato e De Raho, ex magistrati con competenze scomode per chi vuole imporre una narrazione conveniente. Come ha detto Luigi de Magistris, siamo davanti a un uso distorto delle istituzioni, una vera forma di criminalità di Stato.


Il quadro si aggrava sul piano internazionale. Di fronte alla tragedia umanitaria di Gaza, l’Italia tace. Non riconoscere le responsabilità del governo israeliano nel massacro di civili palestinesi è una vergogna morale e politica. In tempi in cui l’indifferenza è già colpa, la neutralità istituzionale diventa complicità.


Chiamare le cose con il loro nome significherebbe riconoscere un genocidio. Ma si preferisce il silenzio o, peggio, la giustificazione. Parte dell’opinione pubblica israeliana si sente autorizzata a tutto in nome di una presunta investitura divina. Ma nessuna tragedia subita – neanche l’attacco di Hamas del 7 ottobre – può giustificare lo sterminio sistematico di un altro popolo.


In tutto questo, l’Italia continua a rinunciare alla propria autonomia. Siamo ormai un satellite politico e militare degli Stati Uniti: la politica estera, quella della difesa e spesso anche quella interna sembrano dettate da Washington. La nostra sovranità è ridotta a una formula vuota, mentre restiamo allineati alle posizioni dei più forti.


A peggiorare la situazione, il protagonismo internazionale del Presidente del Consiglio si traduce in esternazioni fuori tono, che ridicolizzano il nostro Paese e lo isolano dai partner europei. Invece di promuovere giustizia e pace, ci limitiamo a eseguire.


Essere patrioti italiani, parola oggi usata impropriamente, significa portare il peso e l’onore di una storia di lotta contro dittatura, mafia e ingiustizia. Significa difendere i diritti umani e pretendere onestà da chi ci governa.


Tutto questo, oggi, sembra mancare.

E questo agire politico miope e autoritario, che richiama inquietanti memorie fasciste, sì, ci fa vergognare.

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