IL CASO DELLA CASAZZA
- Herlock Sholmes
- 21 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Rieccomi tra voi, amato pubblico di Germinal, con un nuovo caso tra le mani.
Chissà se alla presentazione della Casazza si quest’anno, finalmente, si assisterà ad un bel bagno di concretezza e di umiltà. Perché chi si impegna veramente per amore di Nicosia e non per la propria persona dovrebbe anche essere pronto a fare un passo di lato e riconoscere i propri fallimenti. La Casazza, che rappresenta un impegno corale, in primis da parte di Giovanni d’Urso e di tutte le associazioni che hanno deciso di spendersi per questo evento, merita una gestione più oculata e più al passo coi tempi. Da diversi anni ribadiamo il fatto che la Casazza si regge grazie ai familiari delle compagnie teatrali e che l’investimento pubblicitario, le campagne di marketing sono un totale fallimento perché i numeri, di anno in anno, poco si smuovono anche nelle dichiarazioni (quando escono), chiaro segno di un fallimento. L’anno scorso si è toccato il fondo chiedendo anche ai bambini delle scuole di contribuire economicamente all’evento. Al fallimento si aggiunge, quindi, lo schifo. E ci dispiace constatare la totale mancanza di vergogna e pudore sul non fare un sincero mea culpa da un lato, il coraggio e la volontà di allontanare certi personaggi dall’altro lato. E, quindi, tutti sono coinvolti in questo fallimento. La Casazza va avanti per rassegnazione, per sopportazione. Ma la corda a lungo si spezza e prima piano piano, poi sempre più velocemente, la valanga del fallimento travolgerà tutti e ci chiederemo il perché sia morto un evento tutto sommato importante, sia stato gettato alle ortiche l’impegno disinteressato di tanti cittadini solo perché non si ha avuto il coraggio e la forza di allontanare certi personaggi che senza alcun pudore proclamano, ebbri (in tutti i sensi che volete), che “La Casazza sono io”.
Elementare Watson
Herlock Sholmes
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