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IN PREVISIONE DELLA CASAZZA: NON FATE PAGARE I BAMBINI


A Nicosia è già partita l’organizzazione della Casazza. Evento che, sicuramente, ha una certa importanza per la comunità e che grazie alla passione del dr. Giovanni D’Urso è stata riscoperta per essere riproposta al pubblico. Peccato, però, che le buone intenzioni (anche di tantissime persone) si scontrano con quanto avvenuto negli anni, con una gestione pessima dell’evento soprattutto in termini di promozione e marketing. Di edizione in edizione, infatti, i numeri non si sono mai mossi più di tanto, forse sono anche calati, chiaro segno che l’evento è mal gestito sotto questo aspetto. E questa pessima gestione rappresenta uno schiaffo alle tantissime maestranze e persone che gratuitamente spendono il loro tempo per dar vita all’evento e che solo grazie a loro e alle loro famiglie ancora la Casazza riesce a fare qualche numero. Auspichiamo, come sempre, una seria riflessione sul rinnovare i ruoli di chi gestisce la promozione dell’evento e la tesoreria, anche perché dopo diversi anni è giusto che l’evento, che è – come dicono – per la comunità, lo sia anche nei fatti e non nelle parole e che il tutto non resti fermamente nelle mani di qualcuno che ormai palesemente ha fallito su tutto i fronti. Ma al di là di questo augurio, che facciamo in primis per il bene della Casazza stessa e dei tanti che credono in questo evento dal presidente alle tante associazioni e privati cittadini, in questo momento ci preme fare una preghiera, ricordando uno dei momenti più bassi dell’edizione scorsa: non chiedete soldi ai bambini! La Casazza, che prende già un corposo finanziamento dal Comune (e quindi da tutti noi cittadini), non è corretto che chieda ulteriori soldi alla comunità, soprattutto ai più piccoli. È un atto vergognoso e che non rende merito alla manifestazione. Piuttosto, se non si sa far quadrare i conti, come in un’azienda è giusto che venga sollevato dall’incarico chi non riesce a far quadrare quei conti in favore di gente più competente.

Speriamo che l’Amministrazione e che anche il Consiglio Comunale imponga agli organizzatori della Casazza quantomeno di non chiedere soldi ai nostri piccoli.

Si blocca un paese per una settimana, si ha gratuitamente il tempo di tantissimi volontari, non si è stati in grado di aumentare le visite nelle ultime edizioni in maniera sostanziale, quindi a questo punto non si pretenda più di finanziare i vostri fallimenti con i nostri soldi (avete notato che di edizione in edizione il costo del biglietto è cresciuto?) soprattutto con quello dei nostri bambini. Vergogna!

Alain Calò

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