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L'affaire Trittico di Leonforte

Immagine del redattore: Gabriella Grasso Gabriella Grasso

Stamattina, il Trittico è stato venduto per poco più di 700.000 euro. "Finiu!" e invece no! perché il sindaco di Leonforte, Piero Livolsi, ha comunicato che c'è ancora speranza. Nella serata di ieri, per intercessione di leonfortesi vicini al ministro Giuli (dicono le voci di paese), è giunta in quel di Mendrisio una nota "urgentissima" con la quale lo stesso Giuli chiedeva di "sospendere la vendita all'asta dell'opera in oggetto onde consentire i necessari accertamenti conseguenti all'uscita non autorizzata dell'opera". Nella stessa nota si dichiara di voler acquisire l'opera in intesa con i competenti uffici della regione siciliana che era stata già a ottobre del 2024 allertata in merito dall'onorevole Fabio Venezia. Perché non si è intervenuto prima? Domanda il sindaco. Dal ministero hanno riferito di aver appreso la notizia dell'asta solo qualche settimana fa, ma la questione del Trittico è cosa nota ai più da decenni. Già nel 2022 si presentò la possibilità di agire per riavere l'opera e la cosa sfumò perché se ne inibì la vendita, ma già a partire dal 1975 la vicenda era emersa in tutta la sua complessità. Dovevamo aspettare ieri sera per intervenire seriamente? Tranquilli, ora il Mic attiverà anche i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio . A complicare la cosa però è giunto anche il figlio del gallerista romano, che acquistò l'opera nel 1990 da Christie's , avanzando un diritto di prelazione. Per intanto , usa dire da noi, il trittico di Leonforte, che faceva parte di un gruppo di opere presenti nella chiesa dei Cappuccini insieme a un Novelli e un Raffaello (perduto), è oggi andato venduto...apò si vidi...usa dire sempre da noi.



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