LA FESTA DI SAN GIACOMO E IL RITO DEI MIRACOLI DAI MOMENTI DI PAURA ALLA GIOIA COLLETTIVA
- Aldo la Ganga
- 27 lug
- Tempo di lettura: 2 min

La festa di San Giacomo Apostolo, patrono di Capizzi, è sicuramente una delle espressioni più autentiche del folklore e della tradizione religiosa siciliana.
Una manifestazione collettiva che unisce sacro e spettacolo, emozione e tradizione, rischio e fede vera.
Quest’anno, tutto questo è stato testimoniato dai momenti di grande tensione che l’hanno attraversata. Un istante di vero pericolo che ha reso ancora più palpabile la simbiosi e l’autenticità tra i capitini e il celebre Rito dei Miracoli, evento sacro e popolare che richiama ogni anno migliaia di fedeli.
Attimi di autentica tensione che ha acceso i cuori e gli sguardi dei presenti, che ha saldato e cementato ancora di più questo rito con la fede sincera dei presenti.
Erano le 20:00 circa, quando, dopo aver attraversato le vie del centro storico, il fercolo con la statua del Santo, portato a spalla da decine di giovani devoti, è arrivato in Piazza Sant’Antonio, davanti all’antico muro simbolico da abbattere, che rappresenta la vittoria di San Giacomo sul male e segna il momento più atteso della festa. Proprio in quell’istante, il fercolo si è improvvisamente inclinato su un fianco, creando attimi di paura tra i numerosi fedeli. Un silenzio agghiacciante e pieno di tensione ha attraversato la folla raccolta lungo il percorso, con un’esclamazione collettiva di stupore e preoccupazione.
Passati i pochi secondi di sgomento, grazie alla prontezza e all’esperienza dei portanti, il feretro è stato rapidamente raddrizzato, evitando ogni pericolo. Trasformando un momento di grande difficoltà, in un tripudio di energia e di fede.
Incoraggiati dall’applauso e dal sostegno dei presenti nella piazza, i portatori hanno ripreso con forza la corsa culminante verso il muro simbolico.
Dopo una decina di colpi, decisi e potenti, il muro si è frantumato sotto lo sguardo entusiasta di tutti.
La piazza è esplosa in un’ovazione che ha trasformato la paura in una vera e propria catarsi collettiva, una gioia indescrivibile, un vero inno alla fede e alla tradizione.










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