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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Leonforte: I lavori della facciata di santo Stefano sono stati realizzati SENZA autorizzazione


La Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Enna ha risposto, in data 2/11/2023/ alla richiesta inviata dal dott. Buscemi, in data 18/10/2023/, sui lavori riguardanti la chiesa di Santo Stefano, con queste parole: "... I lavori di rifacimento di parte dei prospetti della Chiesa sono stati realizzati senza la prescritta autorizzazione di questa Soprintendenza". La Chiesa di Santo Stefano o del Purgatorio è un immobile vincolato ope-legis ai sensi dell'articolo 10 del D.I.ge.42/2004. La Soprintendenza aggiunge che: "con nota del 23/10/2023 la Curia Vescovile consapevole di avere realizzato opere senza alcuna autorizzazione, ha richiesto di essere autorizzata al ripristino." A metà ottobre, il dott. Buscemi denunciava, sui social, lo sfregio inferto alla facciata di Santo Stefano: l'intervento ha evidenziando una superfetazione che dovrebbe essere rimossa perché estranea al corpo principale della chiesa. L'imbiancatura non è per nulla in armonia con il contesto paesaggistico, manca "la concinnitas", scriveva la dottoressa Vitale. La mano di bianco , malamente, distesa sulla parte di facciata crea un violento contrasto con la parte storica di Leonforte, nonostante da molti sia stata definita "bellissima" . Tutto questo avrebbe dovuto sollevare dubbi e obiezioni negli amanti del paese e invece ha creato faziosità ai limiti del grottesco. Si è chiesto di tacere in nome del fare, si è intimato il silenzio ai non addetti ai lavori nonostante gli addetti (alcuni) scrivessero le stesse cose. Non sono mancati i fantasiosi tentativi di giustificare l'ingiustificabile e si è insinuato il dubbio fra la gente: "potevano essere realizzati quei lavori senza autorizzazione?" . No, teoricamente no eppure così è stato. Leggiamo della presa d'atto della Curia Vescovile dell'errore commesso e siamo certi che si porrà rimedio. Il paese va tutelato dai cittadini che hanno il dovere di custodirlo. Questo vuol dire amarlo. Negare l'ovvio è invece un buon esercizio di accoglienza del vantaggioso piuttosto che del giusto. Una parola da parte della politica ...ancora si attende.





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