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LUIGI BOGGIO, L'EMERGENZA CASA E IL CAPO LARGO

Spero che i segretari del centro sinistra, largo o stretto che sia, abbiano visto ieri sera la trasmissione di Iacona su Rai 3 sul dramma della casa per riflettere e prendere le necessarie iniziative. Partendo, mi permetto, dalla convocazione di una riunione dei sindaci progressisti delle grandi aree urbane per discutere e coordinare le iniziative da proporre e sviluppare nelle realtà. Sarebbe un'interessante iniziativa per dare delle risposte agli sfrattati, a chi cerca casa per abitarci e ai giovani per motivi di studio. I comuni alcune iniziative li mettono in campo ma non sono sufficienti perché ci vorrebbe un piano casa - nuove costruzioni, recupero del patrimonio pubblico esistente e di quello sfitto- e una normativa nazionale per la regolarizzazione degli affitti brevi e dei B&B. Il tema dell'abitare e del vivere dovrebbe essere tra le priorità della politica, delle amministrazioni e dei movimenti. La verità è che le difficoltà sono tante, tagliare le unghia alla rendita e al profitto non è semplice per come si muovano le cose nella politica e nella società. Gli interessi sono vasti e corposi. Non sempre si riescono a mediare a favore del bene comune per il semplice motivo che spesse volte si creano delle sante alleanze tra politica-rendita-profitto di una tale potenza che travolgono ogni cosa. Bisogna riconoscere che stanno vincendo nelle città, nei campi e nelle aziende a scapito di chi cerca un lavoro o un'abitazione, dalla cacciata dal posto di lavoro o dall'abitazione in affitto. Delle contraddizioni stanno venendo fuori per il rifiuto del posto del lavoro per la mancanza del luogo dove abitare ma anche per i salari non adeguati. C'è il rifiuto ma anche la fuga. Trovare degli autisti, degli infermieri, dei vigili urbani o delle altre professionalità nei servizi sta diventando sempre più difficile e complicato. Ci sono bandi di concorso che vanno deserti. Anche se uno vince non può vivere con 1500 al mese. Un vincitore per vigile urbano " dopo alcuni giorni sono andato via perché non potevo finire a dormire sotto i portici, ne valeva anche della mia stessa dignità" Ho rifiutato, sono ritornato a casa, in attesa di trasferirmi all'estero. Dalle cose che uno sente e legge non è il solo. Non riguarda solo loro ma anche le famiglie. Ma i dirigenti del campo largo o stretto che sia che fanno?

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