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NINO MANCUSO: COMIATO ALL'AVV.TO CICCIO CIANCIO PARATORE

Quando un amico, un grande amico, oltrepassa la vita, qualunque età abbia, si ha la sensazione di trovarsi più soli. Ed è quello che ho provato ieri quando mi hanno informato che l’avv.to Francesco Ciancio Paratore era deceduto. Una sensazione pesante, persino opprimente, perché Ciccio nonostante l’età (93 anni) era un eterno giovane che sprizzava entusiasmo e voglia di fare. Spesso mi capitava di chiedergli quale fosse il segreto di questo elisir di lunga vita e la risposta era sempre la stessa: sapersi distaccare dall’attività professionale e non solo, evitare l’attivo coinvolgimento dannoso a se stessi e agli altri, senza però smarrire il senso di un misurato entusiasmo per la vita e per il prossimo. Questa non era per lui un’affermazione teorica ma si concretizzava nella pratica della sua vita, anche professionale, con una non comune capacità di ascolto e con una altrettanto non comune capacità di trasformare l’esperienza e la conoscenza in attraente narrazione. Conversare con lui e soprattutto ascoltarlo, era un privilegiato piacere. Discutere di diritto e processi, di politica, di storia (soprattutto siciliana) e di filosofia era la rappresentazione dei suoi svariati e variopinti interessi. Difficile coglierlo impreparato su qualcosa di serio e importante e mai mi è capitato sentirgli esprimere apprezzamenti nei confronti di persone e colleghi. Anzi avvertiva sempre del dovere del dubbio, anche davanti alle sentenze, di qualunque esito, passate in giudicato, sottolineava che quella era la “verità processuale” difficilmente coincidente con la verità in quanto tale. Per lui era in questo il rebus “drammatico” della finitezza dell’uomo chiamato ad accontentarsi di verità sempre parziali sebbene naturalmente vocato a concepire l’esistenza della verità in senso assoluto. Io ho conosciuto Ciccio Ciancio quando da giovane extraparlamentare di sinistra mi piaceva frequentare i comizi (mai i salotti) e a Troina veniva spesso, invitato dal capitano Fiore, questo giovane avvocato consigliere provinciale a Catania del P.C.I.. La sua oratoria era encomiabile, persuasiva, attraente, capace di dare un senso a fatti apparentemente sconnessi. Lo rincontrai diverso tempo dopo alla Pretura di Nicosia per qualche processo dove eravamo co-difensori e lì l’ho visto più da vicino nel suo spessore umano e professionale. Da quel momento in poi la frequentazione diventò assidua e non solo professionale. Mi consigliavo con lui per tutto e presto diventò il mio costante punto di riferimento sebbene io fossi un penalista per caso. Mi è stato vicino, da fratello maggiore, nei momenti più bui della mia vita. Mi rassicurava, mi sosteneva ed incoraggiava non facendomi sentire solo nell’attraversare il tunnel in cui mi ero imbattuto. In quell’occasione ho potuto ancora e concretamente apprezzare il valore della sua onestà professionale e della sua generosità esempio di integra moralità.

Da ieri è venuto a mancare un uomo degno di essere chiamato tale, non ci lascerà però il suo testimoniato messaggio. Ciao Ciccio.

 

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