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PIERGIACOMO LA VIA: Jtivìnni


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Gravi i reati ipotizzati nella recente richiesta di misure cautelari a carico di politici e funzionari.

Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per atti dovuti, turbativa d’asta,

associazione per delinquere, illeciti amministrativi collegati per enti e soggetti che hanno avuto

rapporti con le amministrazioni ed altro.

Duecentoquarantesei pagine scritte dai PM. Un lavoro altrettanto impegnativo, se non di più, si

profila per i difensori.

Il processo stabilirà responsabilità ed estraneità ai fatti contestati.

Ma in politica le inchieste giudiziarie non sono quasi mai dirimenti o risolutive.

Soprattutto quando il contenuto del vaso di pandora, a differenza di quello mitologico, è più che

noto.

E poco importano i nomi dei singoli indagati.


Sappiamo chi sono i responsabili politici del saccheggio della sanità siciliana, del valzer delle

nomine di direttori generali ed, a caduta, di primari, dirigenti, etcetera.

I responsabili di avere ridotto la sanità regionale ad un bancomat politico sono, in primis, gli ex

Presidenti Cuffaro e Lombardo. Sulle nomine dei manager emblematica è la conversazione tra i

due “….ho convinto Luisa su Zappia a Enna”.

Lombardo magari più fortunello di Cuffaro nelle vicende giudiziarie, ma entrambi facce della stessa

medaglia.

Chi la medaglia ?

L’attuale classe politica siciliana, superata, inadeguata, incartapecorita.

Rappresentata oggi da un governatore veramente scarso. E nonostante le mie defaillances

mnemoniche, ricordo perfettamente quando questo Presidente l’anno scorso si occupava della

crisi idrica che ci angosciava dall’alto di un elicottero. Proprio così.

E allora basta con questo tedio.

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La sinistra ha il dovere di chiedere a costoro una sola cosa.

Andatevene o, se preferite, Jtivìnni.

La sinistra ha il dovere di sapersi unire, di aprirsi e parlare all’intera società siciliana e, poi,

candidarsi alla guida della Regione.

Una sinistra giovane e operativa, né parolaia né pseudo antimafiosa. La “tragedia Crocetta” (il

peggiore dal dopoguerra ad oggi) sia da monito.

Nelle ASP vanno nominati direttori generali i più capaci e non gli amici o i cognati.

Vanno risolti i problemi della crisi idrica e degli incendi. E noi sappiamo farlo.

Bisogna dire con chiarezza come il ponte sullo stretto sia un’idea megalomane ed irrealizzabile

anche per problemi tecnici e contabili e perché d’altra parte la Calabria e la Basilicata, da sempre

collegate al resto dell’Italia, non stanno meglio di noi.

E proporre ai siciliani un progetto di sviluppo alternativo, concreto e credibile, che valorizzi

l’insularità, basato soprattutto sul turismo, sull’agricoltura e sull’ambiente inteso come risorsa e

non come vincolo.

E’ difficile. Ma possiamo farcela.

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