PIERGIACOMO LA VIA: Jtivìnni
- Piergiacomo La Via
- 9 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Gravi i reati ipotizzati nella recente richiesta di misure cautelari a carico di politici e funzionari.
Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per atti dovuti, turbativa d’asta,
associazione per delinquere, illeciti amministrativi collegati per enti e soggetti che hanno avuto
rapporti con le amministrazioni ed altro.
Duecentoquarantesei pagine scritte dai PM. Un lavoro altrettanto impegnativo, se non di più, si
profila per i difensori.
Il processo stabilirà responsabilità ed estraneità ai fatti contestati.
Ma in politica le inchieste giudiziarie non sono quasi mai dirimenti o risolutive.
Soprattutto quando il contenuto del vaso di pandora, a differenza di quello mitologico, è più che
noto.
E poco importano i nomi dei singoli indagati.
Sappiamo chi sono i responsabili politici del saccheggio della sanità siciliana, del valzer delle
nomine di direttori generali ed, a caduta, di primari, dirigenti, etcetera.
I responsabili di avere ridotto la sanità regionale ad un bancomat politico sono, in primis, gli ex
Presidenti Cuffaro e Lombardo. Sulle nomine dei manager emblematica è la conversazione tra i
due “….ho convinto Luisa su Zappia a Enna”.
Lombardo magari più fortunello di Cuffaro nelle vicende giudiziarie, ma entrambi facce della stessa
medaglia.
Chi la medaglia ?
L’attuale classe politica siciliana, superata, inadeguata, incartapecorita.
Rappresentata oggi da un governatore veramente scarso. E nonostante le mie defaillances
mnemoniche, ricordo perfettamente quando questo Presidente l’anno scorso si occupava della
crisi idrica che ci angosciava dall’alto di un elicottero. Proprio così.
E allora basta con questo tedio.

La sinistra ha il dovere di chiedere a costoro una sola cosa.
Andatevene o, se preferite, Jtivìnni.
La sinistra ha il dovere di sapersi unire, di aprirsi e parlare all’intera società siciliana e, poi,
candidarsi alla guida della Regione.
Una sinistra giovane e operativa, né parolaia né pseudo antimafiosa. La “tragedia Crocetta” (il
peggiore dal dopoguerra ad oggi) sia da monito.
Nelle ASP vanno nominati direttori generali i più capaci e non gli amici o i cognati.
Vanno risolti i problemi della crisi idrica e degli incendi. E noi sappiamo farlo.
Bisogna dire con chiarezza come il ponte sullo stretto sia un’idea megalomane ed irrealizzabile
anche per problemi tecnici e contabili e perché d’altra parte la Calabria e la Basilicata, da sempre
collegate al resto dell’Italia, non stanno meglio di noi.
E proporre ai siciliani un progetto di sviluppo alternativo, concreto e credibile, che valorizzi
l’insularità, basato soprattutto sul turismo, sull’agricoltura e sull’ambiente inteso come risorsa e
non come vincolo.
E’ difficile. Ma possiamo farcela.











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