RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO FRANCESCO FISCELLA, " PERCHE' SONO D'ACCORDO CON ALAIN".
- Germinal Controvoce
- 1 apr
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Riceviamo dall'amico architetto Franco Fiscella una nota in cui spiega del perché lui e' d'accordo con Alain CALO'.
Mi preme ricordare che io non ho mai detto di non essere d'accordo nel non stigmatizzare il comportamento di un candidato in pectore alla poltrona di sindaco, quale e' Francesco Spedale, voluto da una buona fetta di Forza Italia e dal PD locale,credo certamente, oggi più di ieri che, si possono dire le stesse cose, si può criticare aspramente e duramente, atteggiamenti come quelli accaduti nella consegna dei pigiami, scorporando correttamente chi si prodiga per fare sinceramente un dono a chi ne ha veramente bisogno, e chi si mostra per intestarsi un'azione benefica con cui c'entra poco.
Aggiungo che mai in vita ho sparato nel mucchio e mai lo farò.
Sorvolo su tanti altri aspetti, ma voglio ricordare che il primo articolo che criticava metodi, inciuci e candidato su questo blog l'ho scritto io
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Non posso che condividere a pieno l’articolo “Non sappia la tua mano sinistra cosa fa la mano destra” di Alain Calò.
Infatti il vero altruismo si manifesta nella discrezione e nel silenzio, senza bisogno di clamore o autopromozione. Quando un gesto di solidarietà viene trasformato in un’azione ostentata, si corre il rischio di mercificare l’aiuto stesso, riducendolo a una semplice strategia di marketing personale. In questi casi, la solidarietà perde il suo significato originario, diventando una vetrina per immagini e dichiarazioni, piuttosto che un impegno genuino verso chi ha realmente bisogno.
Questo principio trova radici antiche, come evidenziato nel Vangelo, dove si insegna che “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”. Tale insegnamento non è solo una regola di comportamento, ma una profonda riflessione sulla purezza delle intenzioni: il bene, per essere autentico, deve nascere dal desiderio sincero di aiutare e non dal bisogno di apparire o di costruire una reputazione.
Il problema si accentua ulteriormente quando atti di beneficenza ostentati coincidono con la presenza di chi ha avuto ruoli politici. In queste situazioni, il gesto apparente di aiuto viene spesso interpretato non come un vero contributo alla comunità, ma come una mossa strategica per riconquistare consensi e guadagnare visibilità. La comunità, infatti, riconosce e rigetta la dissonanza tra l’immagine pubblica e la sostanza dei fatti, soprattutto quando viene ostentata pubblicamente.
In questo caso rispetto per chi soffre non può essere sacrificato sull'altare dell'apparenza: ridurre il dolore e la fragilità delle persone a un mero strumento per attirare l'attenzione equivale a banalizzare la loro sofferenza. La compassione autentica si manifesta nella capacità di aiutare senza far sentire l'altro oggetto di un palcoscenico, in un contesto in cui il silenzio diventa il miglior veicolo di dignità e rispetto.
In definitiva, il vero fare del bene richiede coerenza e non un gesto spettacolarizzato. Solo così si potrà evitare che un’azione, per quanto apparentemente nobile, si trasformi in un’inutile e vergognosa strumentalizzazione aggravata in questo caso dal luogo di sofferenza in cui viene fata questa beneficienza.
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