
Si dice che il miglior complimento è quello che proviene dai “nemici” o comunque da quelli che sono “lontani”.
Questo blog non ha mai lesinato critiche alla Chiesa, alla Curia, alla gestione troppo votata più al potere che alle anime.
Però c’è una persona (non dubitiamo che ce ne siano tante altre) che pur appartenendo alla Chiesa è lontana da certe dinamiche e vive il suo compito come una vera missione.
Stiamo parlando di Padre Mario Di Bartoli.
Una persona, un prete che lascia a bocca aperta. Qualcuno potrebbe dire che lui sia sì un prete ma non un prete cattolico perché tutti ormai siamo abituati alla figura del prete cattolico che gestisce potere, l’inarrivabile figura che divide i buoni dai cattivi e guarda dall’alto verso il basso chi non si professa cattolico.
Siamo abituati ad una chiesa chiusa in se stessa, un club elitario, un cerchio magico che muove i fili della nostra società e nasconde dietro una tunica o una lettura dal pulpito tante malefatte.
E quindi, avendo in mente questo tipo di Chiesa, nessuno riesce a credere che padre Mario sia un prete cattolico. Ma forse lui è proprio un prete cattolico perché fa quello che tutti, atei e anticlericali in primis, sotto sotto ci auspichiamo dalla Chiesa, ovvero non gestire alcun potere, non creare gruppi, ma accogliere tutti, anche chi non crede, senza guardarlo dall’alto in basso, senza trattarlo con sufficienza come se fosse un moderno appestato, ma trattarlo con la dignità che si riserva ad un Uomo figlio (o meno) di Dio.

In Padre Mario non troverete mai colui che col solo sguardo vi manda all’inferno pronto a condannarvi, ma troverete chi vi dà la speranza che tutti, sia aldiquà che aldilà, troveranno un senso profondo alla loro vita.
Non troverete mai qualcuno che vi faccia il terzo grado su quanti e quali peccati fate e con una sorta di nuovo manuale Cencelli tutto cattolico commutare questa o quella pena, ma troverete sempre un orecchio pronto all’ascolto e un eventuale consiglio se richiesto.
E se è vero che gente allegra Dio l’aiuta, Padre Mario porta sempre tanta allegria con la sua presenza, non un prete musone o predicatore, ma dalla battuta pronta e che sta tra le persone senza ergersi su un piedistallo.

E forse l’augurio più grande che un anticlericale o un ateo (ma anche un vero cattolico) possa fare alla Chiesa è quello che ci siano più Padre Mario perché solo così potrà salvarsi la Chiesa, non più arroccata su posizioni alquanto discutibili, ma pronta a mettersi in gioco e pacatamente ascoltare e confrontarsi anche con chi ha chiuso con tuniche, anelli pastorali e messe domenicali.
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