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E' SCOMPARSA LA PROFESSORESSA VALERIA FISCELLA BATTIATO

Con dolore apprendiamo della dipartita della professoressa Valeria Fiscella Battiato.

Avevo avuto modo di sentirla al telefono qualche mese fa in merito alla pubblicazione di un suo scritto.

Adesso, con molta tristezza ne apprendo la scomparsa.

Donna forte, docente dalle grandi qualità umane e professionali, una grave perdita per la nostra cittadina, un'altro pilastro della nostra storia educativa e culturale che ci lascia.

Ci piace ricordare che era figlia del dott.Fiscella, fondatore a Nicosia della storica sezione del Partito Socialista Italiano.


Noi di germinal vogliamo ricordarla con uno degli ultimi suoi scritti, che il nostro blog ha ospitato.

Buon viaggio prof. Valeria e salutami il mio caro amico Giovanni


Uno dei suoi ultimi scritti


Riflessioni sul femminicidio di Giulia Cecchettin


Dopo sette giorni di incessanti ricerche, fiduciose speranze, angosciosi dubbi, intime convinzioni, il 18 novembre, alla notizia del ritrovamento del cadavere della povera ragazza, ho avvertito un pugno allo stomaco, al cuore, all’anima, e, commossa e sgomenta, non ho potuto esternare sull’onda dell’emozione i miei sentimenti di angoscia, orrore, rabbia, indignazione, impotenza, dolore, commosso sentimento di vicinanza alla famiglia.

Non riuscivo e non riesco ad accettare che un’altra vita sia stata tragicamente spezzata dalla violenza brutale di un ex fidanzato (Filippo Turetta) che alla donna che diceva di amare ha negato il sogno di laurearsi, di autodeterminarsi, di decidere della propria vita, di rivendicare scelte di libertà, negandole perfino la libertà di esistere e considerandola una sua proprietà.

Voglio gridare il mio ‘Basta’ a tutti coloro che, di fronte ad un gesto così efferato, cercano di decodificare l’azione violenta trovando subdolamente giustificazione nel fatto che alcuni uomini amano troppo, sono gelosi, sono stati traditi, hanno avuto un raptus...

Voglio gridare il mio ‘Basta’ ad alcune narrazioni dei media che, parlando di ‘orchi’, ‘mostri’, ‘bestie’, tentano di attribuire le violenze perpetrate ad una mente malata, non umana, e di convincere l’opinione pubblica a pensare che solo un mostro potrebbe commettere determinati atti.

Voglio gridare il mio ‘Basta’ a tutti coloro che hanno cercato di presentare il probabile omicida come un bravo ragazzo, quasi a voler togliere ad un probabile carnefice qualsiasi responsabilità, a giustificarlo, e ad addossare una parte di responsabiltà alla vittima incapace di cogliere determinati segnali.

Smettiamola di girarci attorno! Cerchiamo di capire quali sono le ragioni profonde di questo fenomeno e di sradicare questo enorme problema sociale che, con inaudita frequenza, attanaglia il nostro Paese.

Per gli psicologi questo tipo di violenza affonda le sue radici in una cultura patriarcale non recisa che legittima un ruolo dominante dell’uomo e spinge a porre la donna in una posizione gerarchicamente inferiore all’uomo, a considerarla come oggetto, a guardarla con diffidenza quando sceglie di iniziare un suo percorso autonomo nella vita o nella professione.

Una cultura dominante sbagliata e fondata su stereotipi diffusi sin dalla prima infanzia ( basti pensare che già i giochi per l’uno o l’altro sesso sono diversi, i colori sono rigorosamente il rosa per le femmine e l’azzurro per i maschi, che le frasi pronunciate in famiglia sono del tipo “non piangere come una femminuccia” o “questo è un gioco da maschi, gioca con le bambole” )

Tuttavia, tenuto conto che il tema della violenza di genere sta crescendo in maniera preoccupante e che negli ultimi anni l’età degli assassini e degli stupratori si sta abbassando (18/35 anni), è lecito pensare che responsabile di questi comportamenti violenti sia -anche e soprattutto- la società odierna iper competitiva (dove persevera la dinamica del vincente a tutti i costi che non accetta un NO come risposta) e tendente alla perfezione. Una società che genera inquietudine, insicurezza, ansia da prestazione, paura del rifiuto, senso di fallimento, sofferenza psicologica vera e propria, soprattutto in coloro che investendo ogni certezza e ogni desiderio di stabilità o in un obiettivo o in una persona, quando percepiscono l’insuccesso, la critica negativa, il rifiuto, la sconfitta, non essendo in grado di sostenerne il peso e avvertendo che la loro identità sta vacillando, tendono a chiudersi a riccio o esplodono in gesti sconsiderati ed efferati.

A questo punto è arrivato il momento di fare un appello, con manifestazioni di massa, a tutte le forze politiche, sociali, ed alle organizzazioni presenti sul nostro territorio affinchè si mettano in atto, al più presto e in tempi brevi, misure di contrasto di questo tipo di violenza, affrontandolo con ogni strumento a disposizione.

E’ imprescindibile attuare, seriamente, una reale, capillare ed effettiva attività di prevenzione sulla formazione dei giovani, porre in essere -nel mondo scolastico di ogni ordine e grado- iniziative volte a promuovere l’educazione all’affettività, alla sessualità, alla socialità, al rispetto reciproco.

Naturalmente bisogna anche modificare le vigenti normative, assicurando la certezza assoluta della pena e non dando spazio a nessuna giustificazione, attenuante o cavillo legale, perizia psichiatrica che consenta a chi si è reso protagonista di un abominio di tal genere di non pagare o pagare a poco prezzo per le sue colpe. Se chi si è macchiato di un delitto ha problemi psichiatrici è giusto che paghi anche a lui, in strutture adeguate, senza avere la possibilità di fruire di alcuno sconto di pena.

Di fronte ad una realtà ormai divenuta tristemente quotidiana e intollerabile, non sono più sufficienti le manifestazioni pubbliche, che pur hanno una loro valenza per scuotere l’opinione pubblica (celebrazione della giornata del 25 novembre dedicata ai femminicidi, cortei, fiaccolate, esposizione di scarpette rosse...), perchè, com’è avvenuto in passato, a distanza di alcuni giorni si tende a voltare pagina, a dimenticare... per poi elencare altri nomi di altre vittime quando si ripresenta un ennesimo ‘dramma’ che continua a colpire, turbare e addolorare tutte le persone che hanno una coscienza.

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