FRANCESCO FISCELLA. IL FALLIMENTO DEI VALORI CIVICI E DEMOCRATICI A NICOSIA
- Germinal Controvoce
- 12 set
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Le liste civiche nascono, almeno nelle intenzioni, per rappresentare un’alternativa ai partiti, considerate più vicine ai bisogni concreti dei cittadini e capaci di dare voce diretta alle istanze locali. L’idea fondante è quella di coinvolgere la comunità nelle scelte amministrative e di restare libere dalle logiche di partito.
La lista civica di Bonelli, pur dichiarando di ispirarsi a questi principi, ha invece dimostrato un percorso politico che si è progressivamente allontanato da tali valori. Non ha mai aperto reali consultazioni popolari sulle decisioni più importanti e, anzi, in alcune circostanze ha mostrato un atteggiamento diametralmente opposto. L’esempio più emblematico è la scelta unilaterale e autocratica di firmare con i comuni di Sperlinga e Gangi una convenzione che avrebbe trasformato parte del territorio di Nicosia in un campo di esercitazioni militari. Solo grazie alla forte opposizione della società civile questa decisione non è andata a compimento.
A queste scelte si aggiunge un’altra contraddizione: l’attuale amministrazione, persa la propria maggioranza originaria in consiglio comunale, ha accettato senza esitazioni il sostegno del Partito Democratico, coinvolgendolo direttamente nelle dinamiche amministrative. Non è un caso che il presidente del consiglio comunale sia espressione del PD.
Ed è proprio qui che emerge la più grande incoerenza politica: da un lato un sindaco civico che, pur di restare ancorato alla poltrona, rinnega i principi originari della sua lista; dall’altro un partito che affonda le sue radici nella tradizione democratica italiana, ma che oggi a Nicosia sembra pronto a sacrificare quei valori in nome di una discutibile “responsabilità istituzionale”.
Il comunicato ufficiale del PD parla infatti di “senso del dovere” e di “scelta istituzionale”, precisando che non si tratterebbe di un accordo politico con l’amministrazione Bonelli. Tuttavia, al di là delle parole, i fatti raccontano un’altra verità: la presenza determinante del PD ha consentito di riequilibrare i numeri del consiglio comunale e di permettere a Bonelli di proseguire il proprio percorso amministrativo. Una collaborazione che il PD giustifica elencando alcuni risultati concreti ottenuti, come la salvaguardia dei servizi essenziali, la mancata introduzione di nuove tasse e alcuni interventi urbanistici. Ma resta difficile non vedere in queste dinamiche una forma di fusione politica che smentisce tanto i principi della lista civica quanto l’identità storica del Partito Democratico.
La delusione nasce da questo: il PD di Nicosia, in nome della stabilità e di un presunto “senso di responsabilità”, finisce per prestare gambe e numeri a un’amministrazione che aveva perso la sua maggioranza. In questo modo non solo tradisce la sua storia – quella di uomini come Gramsci e Berlinguer, che avevano fatto dell’onestà e della coerenza la ragione della loro azione politica – ma anche la fiducia di quegli elettori che nel PD hanno sempre visto un presidio di cambiamento e di rinnovamento sociale.
Quella che oggi si presenta come una scelta istituzionale appare piuttosto come un’innaturale fusione politica che indebolisce entrambe le parti e, soprattutto, rischia di allontanare i cittadini da quella politica che dovrebbe rappresentarli.
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