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FRANCESCO FISCELLA. " IL PIANTO E LA SOFFERENZA DI GAZZA E` LA SOFFERENZA DI TUTTI NOI".


Le immagini che arrivano da Gaza sono insopportabili. L’empatia diventa dolore, un dolore così forte da non poterlo reggere. Case distrutte, famiglie annientate, bambini strappati alla vita: un popolo intero condannato a soffrire ogni giorno.


L’esercito israeliano, dietro il paravento della parola “sicurezza”, sta sterminando una popolazione inerme con l’obiettivo di eliminarla e annientarla sistematicamente. Il fine è ridefinire la geografia politica della regione, portando a termine una drammatica appropriazione forzata delle terre appartenenti al popolo palestinese — un’operazione che non può essere né accettata né giustificata.


Il dramma palestinese non è solo quello delle vittime dirette, ma di un’intera popolazione privata della dignità e della speranza. E non riguarda solo loro: riguarda anche noi, che non riusciamo a guardare e restare indifferenti, perché ogni bomba che cade a Gaza lacera anche la nostra coscienza.


Per questo oggi in Italia, come in altre parti del mondo, folle incontenibili hanno riempito le piazze. Persone comuni che chiedono una sola cosa: fermare questa strage. Fermarla subito, prima che diventi un marchio indelebile nella storia.


Ci auguriamo che un giorno ci sia una Norimberga anche per questo, e che i responsabili – militari, politici e chi ha scelto di tacere – siano chiamati a rispondere. Ma oggi, adesso, la voce di chi manifesta serve a una sola urgenza: fermare il genocidio, restituire al popolo palestinese il diritto alla vita e all’umanità intera il diritto di vivere senza doverci vergognare di appartenere a un’umanità svuotata della sua anima.

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