Francesco Fiscella. LA FONTE BATTESIMALE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE A NICOSIA
- Germinal Controvoce
- 10 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Diamo inizio oggi a una nuova rubrica all'interno del nostro blog: " LA BELLEZZA CI SALVERA`".
a curare la rubrica sarà l'architetto Francesco Fiscella.
Il filo conduttore di questa nuova pagina culturale del nostro blog, sarà quello di promuovere e far coniscere a un pubblico sempre più ampio, le bellezze artistiche e naturalistiche della nostra cittadina e del territorio di cui fa parte.
Questo primo contributo di Francesco Fiscella ci presenta la fonte battesimale della Basilica di Santa Maria Maggiore a Nicosia
Un opera ottocentesca, dalla sintesi straordinaria tra scultura e teologia.
Luogo:
Basilica di Santa Maria Maggiore, Nicosia (EN)
Scultore: Pietro Lopez Stassi (Palermo, sec. XIX)
Data: fine XIX secolo
Materiale: marmo scolpito, con dettagli policromi in marmo rosso
Committenza: Comune di Nicosia
Foto: Giuseppe Raspanti
Descrizione e iconografia
Il fonte battesimale realizzato dallo scultore palermitano Pietro Lopez Stassi si distingue per l’articolato apparato decorativo, ricco di riferimenti biblici e simbolici. La vasca emisferica, elegantemente definita da motivi floreali e da una serie di cherubini, poggia su un fusto figurato che mette in scena uno degli episodi più drammatici e fondativi della narrazione della Genesi: il peccato originale e la conseguente cacciata dell’uomo dal Paradiso terrestre.
Alla base della narrazione compaiono Adamo ed Eva, raffigurati nudi ma coperti da foglie, colti nel momento immediatamente successivo alla disobbedienza. Al centro, l’albero della conoscenza del bene e del male è ancora avvolto dal serpente, simbolo perenne della tentazione e della seduzione del male, che sottolinea visivamente il legame tra la colpa e la sua causa.
Sopra di loro campeggia la figura di un angelo armato di spada, con il braccio destro sollevato in gesto deciso e la sinistra che solleva un drappo, quasi a svelare — teatralmente — la scena del giudizio divino. Si tratta del momento in cui, secondo Genesi 3,23-24, Dio scaccia l’uomo dall’Eden:
> «Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante per custodire la via all’albero della vita».
Il messaggio teologico è evidente: l’umanità decaduta è posta alla base del fonte, a indicare simbolicamente che proprio da quella condizione nasce la necessità del Battesimo. La vasca, contenente l’acqua purificatrice, si eleva fisicamente e spiritualmente al di sopra del peccato, diventando segno della redenzione e della rigenerazione spirituale. I cherubini che decorano la coppa non sono solo ornamenti: richiamano direttamente quelli posti a custodia dell’albero della vita, ora trasformati in custodi del Sacramento che restituisce all’uomo l’accesso alla salvezza.
Per dare forza a questo concetto di salvezza, su due cartigli attorno al fonte battesimale si leggono le parole:
“Omines sitientes – Venite ad aquas”.
Si tratta di una variante linguistica medievale dell’invito biblico tratto dal profeta Isaia (55,1):
“O voi tutti assetati, venite alle acque”.
L’iscrizione, dal forte significato simbolico, invita l’umanità assetata di senso, di giustizia, di salvezza a dissetarsi alla fonte dell’acqua viva, che è Cristo.
Il fonte battesimale diventa così simbolicamente il luogo dell’incontro tra la sete dell’uomo e la grazia divina, che si dona attraverso il sacramento del battesimo.
Alla base del fusto, un emblema araldico con le lettere “R B C I” testimonia la committenza civica del Comune di Nicosia, che volle finanziare l’opera.
Il tutto poggia su un basamento decorato con quattro piedi leonini, probabile allusione — oltre che decorativa — alla forza e alla stabilità del Sacramento del Battesimo, fondamento solido della vita cristiana.
Iconologia e significato teologico
L’intero fonte si presenta come un vero itinerario simbolico dal peccato alla grazia. Secondo la dottrina cristiana, il Battesimo è il sacramento che cancella il peccato originale e restituisce all’uomo la possibilità di accedere nuovamente all’albero della vita, cioè alla comunione con Dio. L’opera, con la sua struttura ascensionale, racconta un piccolo ma potente “vangelo scolpito”: dalla colpa alla redenzione, dall’esclusione alla reintegrazione.
Il fedele che si accosta al fonte è invitato a riconoscersi nella condizione umana di Adamo ed Eva, ma anche a intravvedere la speranza offerta dal Battesimo: la possibilità di rinascere alla vita eterna.
Lo stile neorinascimentale, la cura per i dettagli anatomici e simbolici, e l’equilibrio tra forma e narrazione evidenziano la bravura di Pietro Lopez Stassi, scultore capace di rendere visibile e tangibile in questa sua opera uno dei sacramenti più importanti della fede cristiana.
Francesco Fiscella
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