GIOVANNI GUERRA: A PROPOSITO DELLA PRESTIGIOSA RASSEGNA MYTHOS TROINA FESTIVAL
- Germinal Controvoce
- 12 ago
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Domenica ha chiuso i battenti la prestigiosa rassegna Mythos Troina Festival. In scena con il volto e la voce di Laura Morante un adattamento con intermezzi musicali, di Medea di Euripide, eroina traditrice e, a sua volta, tradita. Non intendo,certo,recensire lo spettacolo,non avendo,peraltro, il pertinente bagaglio tecnico. Impressione di spettatore mi induce a trovare forse monocorde quanto tratto dai primi atti e registrare il crescendo emotivo dagli ultimi due. E' però comprensibile che quella che è la lettura di un testo (come nell'occorso) non può restituire i tempi teatrali propri della recitazione. A margine potrei dire della solita bandiera sventolata a conclusione, che rischia di far dimentacare gli oltre cinquanta conflitti armati che, in atto, dilaniano i popoli del pianeta. per etica, ed evitare di essere tacciati di faziosità, bisognerebbe sventolarle tutte. Ma si tratterebbe di almeno cento vessilli (si duella almeno in due) e difficilmente residuerebbe tempo per lo svolgimento degli spettacoli: pertanto, meglio lasciar perdere e consegnare la questione ai tavoli deputati. E con tutto il rispetto e memoria dovuto alle vittime di femminicidio, evocarne l'ultimo, pur condito dall'intellettualistica recitazione di qualche verso dall'Orlando furioso, mi è sembrato un opinabile motivo,nella contestualità di una tematica, pur mitologica, che incarna nella protagonista l'infanticida dei figli. La finzione artistica celebra questo tipo di infanticidio, motivato da un misto di protezione da un sacrificio ancor più crudele, inevitabilmente perpetrabile dagli impietosi nemici ,e risentimento (Medea) per l'oltraggio ed il tradimento subito ( ad opera dell'infedele Giasone); ovvero quale ineluttabile vendetta (Norma) per il tradimento (ordito da Pollione). Nella cruda realtà vi sono, invece, le "povere criste", madri senza storia che per, la cronaca a volte anche morbosa, mettono impetosamente fine alla vita dei propri figli. E di questi tristi accadimenti non sono rimaste esenti le nostre contrade con due vicende di provincia, sulle quali hanno acceso i riflettori i media nazionali, interrogandosi inutilmente sui movenyi, rimasti oscuri nonoistante la pronuncia delle sentenze di condanna. E chissa se quelle madri, anch'esse "donne " e quindi oberate dei " limiti " che Medea invoca a proprie esimenti, da alcuno non celebrate ma solo esecrate, al di là dell'aberrazione del gesto, non sono state prigioniere di un groviglio di contrastanti sentimenti, non percepibili dall'umana ragionevolezza.
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