Data la mia immagine attuale di onesto padre di famiglia, non ci crederete e mi perdonino i miei figli: anch’io sono stato un ladro. Negli anni ’50, per la precisione, quando le mandorle si esponevano al sole d’estate per farle seccare. A casa mia non ce n’erano perché mio papà non faceva il contadino e per mangiarne qualcuna dovevo per forza rubarle al sensale. Lui ne aveva una tale quantità che con quel frutto delizioso e per me impossibile riusciva a coprire metà della piazza antistante la sua bottega. Così con la scaltrezza del bambino povero riuscivo a rubargliene sette-otto ogni anno, mi andavo a nascondere in un angolo del mio cortile e lì me le schiacciavo con una pietra e me le gustavo lentamente, sporcizia compresa.
Adesso non ne rubo più perché le posso comprare al supermercato già sbucciate, pulite e disinfettate per bene.
E poi perché ho settanta e dispari anni: rubare mandorle sembra male.
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