La prima volta che ho visto don Peppino era estate. Sala Consiliare del Palazzo di Città che si affaccia, in tutta la sua eleganza, sulla piazza Garibaldi. Erano i primi anni ottanta del secolo scorso. Sala affollatissima…..grida, fumo intenso di sigarette, mugugni e malumori tra il pubblico che assisteva a quella rumorosa seduta.… devo anche aggiungere mio malgrado che non ricordo il tema di quell’assise, di tutto quel rimescolio di braccia e di grida….Ad un tratto le voci si fecero sempre più flebili e sottili e cittadini e consiglieri, amici e nemici, d’un tratto si zittirono.Prendeva la parola lui, don Peppino.Dal suo portamento e dalle sue parole si intuiva subito che era un uomo con disciplina, fedeltà, dedizione alla causa comunista…..incarnata dalla militanza nel partito.Ma era anche un uomo elegante, raffinato con abiti sempre di gusto …Ma soprattutto era un uomo che i cittadini rispettavano.. politicamente ed umanamente.
E’ lui che oggi voglio ricordare: Peppino Scinardi.Il suo intervento in quella riunione (cui ero invitato ad assistere senza diritto di parola in qualità di giovane studente) fece emergere tutta l’anima del partito comunista nicosiano, proprio nelle parole di don Peppino, parole come progetto, programmazione, governo dello sviluppo nel rapporto tra Comune e politiche regionali e nazionali.
Assistevo ad una grande qualità umana e politica ed a uno scontro tra Nicosia e resto del mondo. Don Peppino andò giù duro nel rivendicare scelte di governo locale che andavano prese ad esempio, senza mezze misure, in tutto il territorio ennese. Metodo stalinista e sostanza socialdemocratica, pensai. Andai via.Rividi quell'uomo qualche anno dopo. Ho rievocato con lui le lotte contro i missili a Comiso….il nostro (mio) essere contro e rivoluzionario.. parlava spesso con me, lui già maturo militante comunista ed io giovane anarchico e libertario..Voleva rendersi conto della situazione reale che vivevano i giovani nella società, per darci sempre il suo punto di vista. Mi invitava sempre a dare uno sbocco politico riformista alle mie "tensioni"..…insisteva spesso su questi toni.. ed io un giorno lo attesi davanti al portone d'ingresso del suo negozio e con brutalità eccessiva volta a superare la mia timidezza, lo invitai a smettere « di fare il pompiere». Lui sorrise e mi abbracciò mi disse che era così che bisognava fare per rivendicare i propri diritti. Un diavolo d'uomo pensai, azione da riformista, animo da rivoluzionario.Persona fantastica
.Alcuni anni più tardi ci rincontrammo al concerto che si tenne a Nicosia dei Modena City Rambles. Piazzale Educatorio pieno di giovani, lui lì uno dei pochissimi “anziani” presenti.... sorridente ed elegante come sempre..
- Come sta Don Peppino? Gli chiesi io. - Sono molto divertito nel vedere tanti giovani.. tanta passione politica e tante bandiere rosse… - rispose lui.
Aveva una gran voglia di parlare.. di raccontare e di raccontarsi… come se mi passava un testimone…. È stato sulla breccia fino all'ultimo. Quella fù l’ultima volta che lo vidi, da li a qualche giorno morì.
Mi e’ tornato in mente….in questi giorni e mi é sembrato giusto e doveroso ricordarlo… e farlo ricordare ai miei concittadini Il suo impegno, la sua eleganza e la sua intelligenza. Ha partecipato ed ha influenzato la vita cittadina per oltre 40 anni, merita rispetto, merita un ricordo.
Oggi più che mai, vista la decadenza civile e sociale che ci avvolge. Ma questa è ancora un'altra storia.
Mi mancano il suo sorriso ed i suoi nobili baffi…. Mancano a tutta la città.
Ti saluto Don Peppino.
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