Alla fine del 2009, cessava di vivere a 70 anni il "generalissimo" Armando Piano Del Balzo.
Fondatore, e leader indiscusso per quarant’anni, del partito denominato “Il Giustiziere d’Italia” ed “Fronte Nazionale di Liberazione” – S.O.S. Squadra Operativa Speciale.
Centinaia, miglia di battaglie, mezzo secolo di attività politica: centinaia di candidature, migliaia di comizi accompagnato sempre dall’ inseparabile Mercedes ricoperta fino all’inverosimile di manifesti e programmi per una Sicilia migliore, un Italia migliore, almeno cosi diceva lui.
Ma mai eletto, neppure una sola volta, magari per sbaglio. Niente.
Ma lui, nella sua lunga militanza politica ed elettorale non si arrese mai, presentava sempre una sua lista, sempre piena di amici e familiari.
D’altronde la sua era una famiglia numerosa, ben 7 figli.
Non importa che tipo di consultazioni fossero - Comunali, Provinciali, Regionali, Nazionali, Camera, Senato - lui c' era, c’era sempre.
E come sempre allo sbaraglio, senza alcuna speranza.
Fu nel 1992, l’anno di maggiore sua popolarità, all' indomani delle stragi Falcone e Borsellino, venne eletto presidente della repubblica Scalfaro e Armando Piano Del Balzo riuscì a racimolare ben tre voti.
Nato a Valguarnera Caropepe nel 39 ha appena due mesi quando il padre muore in Abissinia appresso al sogno della colonizzazione; un dolore che accompagna per oltre un quarto di secolo la madre.
Aveva circa 25 anni, quando Armando decise di andare a cercare suo padre in Africa. Parte in autostop e dopo tante peripezie ritrova il corpo del padre, lo riporta a Valguarnera e gli dà degna sepoltura.
Negli anni Sessanta decide di candidarsi alle Comunali, prende solo 34 voti, ma inizia la sua nuova vita, inizia la sua avventura politica che durerà quasi quaranta anni.
Del Balzo, impiegato comunale - che in pubblico si presentava come aviatore, pilota di Formula 3 nel vicino circuito di Pergusa e produttore cinematografico, ha sempre giocato con le parole: si è proclamato «il nipote del conte Procida» e «il giustiziere d' Italia e generalissimo del Fronte Nazionale di Liberazione».
Fondatore, leader assoluto e unico iscritto del suo partito.
Ricordo ancora quel memorabile comizio che tenne a Piazza san Francesco di Paola a Nicosia, in quella tornata elettorale era candidato alle elezioni provinciali.
Era Arrivato a bordo della sua scassatissima Mercedes, tirò fuori megafoni e sgabello e cominciava a parlare a noi quattro gatti che lo ascoltavamo, con enfasi e parole reboanti e altisonanti.
Ce n' erano per tutti, ma sempre con bonarietà e ironia. In un contesto politico intorbidito da decenni di governi democristiani.
Oggi possiamo dire che il "generalissimo Armando Piano Del Balzo" è stato una sorta di cavaliere senza macchia e senza pauraa. Uno che al suo confronto Cateno De Luca ritorna ad essere un piccolo politicante di paese.
Uno dei pochi che ha messo mani al portafoglio per finanziare il suo presenzialismo elettorale, che dietro non aveva poteri forti o finanziatori occulti.
«Io sono come Mandela” ripeteva. Sarà stato un narcisista e un po fissato, ma probabilmente, già 40 anni fa, prima di comici e clown da palco, aveva capito bene e messo a nudo i tanti limiti e le fissazioni dei siciliani e della classe politica che dal dopoguerra ad oggi l’ha governata.
E allora, visto anche il bassissimo livello qualitativo di questa campagna elettorale ben vengano personaggi come Armando Piano Del Balzo, apparsi non per velleità o megalomania, ma come naturale anticorpo dei siciliani contro lo sfascio della democrazia partitocratica.
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