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Leonforte: Filippo Felice, maestro e custode della chiesa di san Giuseppe.

Nel pomeriggio di martedì 17 giugno, l'università popolare ha visitato la chiesa di san Giuseppe. L'incontro è cominciato con una riflessione sull'eccidio di Gaza. A partire dall'oscuramento social, che Israele ha fatto calare sulla Striscia per continuare a uccidere gli inermi gazawi .

Nulla dovrebbe cominciare senza una preghiera anche laica per quelle genti. Nulla.

La lezione di ieri sera, è stata tenuta dal maestro Filippo Felice, con un intervento iniziale del professore Nigrelli, che ha attenzionato i contrafforti della chiesa, uno dei quali chiuso in un garage adiacente il sacro l'edificio. Il garage fu acquistato dalla chiesa da privati, per salvaguardare il contrafforte e non serve più a nulla, potrebbe dunque essere abbattuto per esporre al pubblico il contrafforte che invece nasconde?

La chiesa di san Giuseppe venne edificata nel 1737, nello stesso luogo dove sorgeva un ospizio dei Cappuccini e per volontà di padre Crimì venne arricchita con affreschi del Borremans. Il Borremans aveva affrescato anche la volta della chiesa, che per un'incuria crollò nella seconda metà del 1700 e riparata nel 1771 fu nuovamente affrescata da Vincenzo Scillia di Castrogiovanni nel 1802. Sulle opere della chiesa molto ha detto il maestro Felice e molto ha insistito sul desiderio di impadronirsi di alcune di queste; una fra tutte la Via Crucis in gesso policromo dei primi del '900. "La nostra Via Crucis è rimasta in questa chiesa perché io ho impedito al vescovo che la voleva di portarla via". Molti arredi sacri sono stati trasferiti in altre chiese e solo la volontà di Filippo Felice coadiuvata dalla discreta azione di padre Filippo Rubulotta hanno permesso il ritorno di alcuni di essi. Il maestro Felice ha voluto ricordare la croce da un lato ortodossa e dall'altro cattolica a lato dell'altare. La croce fu portata a Leonforte da Giuseppe Potenza, un soldato che nel 1941 la incontrò sulla via del ritorno in patria, la prese benché pesante e la condusse con sé, promettendo a san Giuseppe di donarla alla sua chiesa. Così è stato. Si è detto anche delle nuove campane di san Giuseppe e della funzione comunitaria che avevano e in parte ancora hanno per i leonfortesi.

Le campane scandivano il tempo e annunciavano gli eventi gioiosi e luttuosi e così " U Patri 'nuostru suonava alle quattro, l'Angelus dell'ora prima alle sette, "A Missa" alle sette e trenta, l'Angelus dell'ora sesta alle dodici, "I Vint'uri" alle quindici, l'Ave Maria dopo il crepuscolo; quando moriva qualcuno si suonava l'Agonia per accompagnare il morente e il "martuorio" dopo e il Venerdì santo si facevano trentatré rintocchi per i trentatré credi. Un tempo anche l'organo con 504 canne, posto sopra la cantoria e costruito nel 1866 , suonava. Ora solamente il maestro Felice lo strimpella per pulirne le canne dalla polvere e per ricordare a sé stesso e ai sangiusippara i tesori di quella chiesa. A breve l'università popolare visiterà altri luoghi e altre chiese e naturalmente siete tutti e tutte inviati/e fin da ora.


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