Venerdì 3 Novembre, al circolo degli Operai è stato presentato il romanzo del prof. Vanadia, il Volo irregolare di un aquilone. Il romanzo raccoglie la memoria di un uomo lacerato dal desiderio di provare a essere un creativo e il bisogno di essere un cittadino, adeguato al suo ruolo sociale. Il protagonista , Nino, riceve un pacchetto da un amico d'infanzia contenente un diario. Fra le pagine del diario c'è un paese dell'entroterra siciliano, attraversato dalle faziosità partitiche e dalla voglia di celia nell'impegno , c'è il circolo che "curtigghia", l'amicizia e il funerale di un uomo non ancora morto. C'è un pezzo di storia paesana che lascia perplesso chi legge: avremmo potuto essere migliori? Avremmo potuto fare la rivoluzione a Leonforte, spaccata fra i fedeli di Gramsci e Almirante? Avrebbero potuto i nostri padre lasciarci un paese meno "cunsumato", logorato? Ignazio non scioglie l'arcano e non coltiva malinconie. Ignazio Vanadia ricorda e ride di sè e di noi e lascia gli astanti contenti. E in ultimo dal pubblico una domanda si è leva ": è stato un salto nell'altro?" chiede l'amico Silvio Benintende , citando Bergonzoni e "l'aquilone volando può impigliarsi con altri aquiloni, facendo dell'Io un noi? Domanda , sottovoce, la italo/greca Rosetta Gallo. Chissà. Al sindaco, presente in sala, stato chiesto: "possono volare gli aquilone nei cieli di Leonforte? O rischiano di incastrarsi fra i pali e le antenne del Cernigliere? Mah! "In questo paese non prendiamo niente sul serio" Ha chiosato l'autore.
top of page
bottom of page
Comments