Domenica 12 febbraio è stata inaugurata una sede Avis, presso il villaggio UNRA . La sede è stata intitolata a Irene Sauro . Irene "è stata una donna che ha fatto della sua vita una testimonianza attiva" ha detto Salvatore Sauro, presidente dell'Avis di Leonforte.
"Irene ha fatto conoscere il suo nome e la generosità della gente leonfortese in vari posti della Sicilia". Di Irene Sauro, morta in un incidente d'auto il 22 dicembre del 2019, tanto si è detto domenica pomeriggio. Generosa e bella, sono stati gli aggettivi più ricorrenti e Irene generosa lo è stata davvero e bella pure e molto spesso, a causa della bellezza , si è trovata a dover giustificare i meriti ottenuti perché la nostra società preferisce catalogare in una sola categoria le giovani donne. Irene era anche gentile e sempre pronta a ridere di sé e degli altri, senza pose da madonna altera. In tanti l'hanno ricordata con commozione sincera nel giorno del suo compleanno, scelto per la data dell' inaugurazione. Salvatore Sauro ha ringraziato i soci volontari e ha sottolineato l'incomprensibile difficoltà incontrata per l'apertura di una sede Avis a Leonforte: "colgo l' occasione per ringraziare tutti gli amici volontari che hanno contribuito con il loro impegno a far crescere questa sede e a renderla ciò che è oggi. Tutto questo ha richiesto un enorme sacrificio e ci ha portato a degli scontri difficili da gestire anche con chi avrebbe dovuto non intralciare ma anzi favorire la nascita e la crescita di una realtà come l'Avis. I nostri donatori sanno benissimo quanto importante sia avere una sede, e mi auguro che d'ora in avanti gli scontri, le ipocrisie e i comportamenti meschini assunti da qualcuno, possano tradursi nel loro opposto". L'amministrazione leonfortese non ha presenziato all'inaugurazione e non ha inviato messaggi di augurio perché avrà avuto altro da presenziare e di meglio da augurare, supponiamo; e del resto perché onorare un’associazione che persegue un fine di interesse pubblico? Uno dei motti dell'Avis è
"Non sono solo la vita che vivo, ma anche quella che dono" non c'è altro da aggiungere se non che anche la Chiesa locale, invitata per tempo, ha avuto impegni improrogabili e improcrastinabili.
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