Leonforte: La luminaria di Largo Parano quest'anno s'è fatta!
- Gabriella Grasso
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Il Venerdì santo è giorno di lutto e riflessione.
A Leonforte, il Venerdì santo è giorno di preghiera e anche di visita ai cari estinti: la mattina, si va al cimitero per salutare gli affetti perduti e poi a vedere la funzione della crocifissione e la sera in processione. Per le vie del paese le vare del Cristo morto e della Madre, affranta da un dolore che non ha nome, procedono lente mentre i fedeli ascoltano le marce del lutto, scaldandosi col calore delle luminarie, care alla tradizione paesana, omaggio del popolo al Cristo morto e alla Madre dolorosa.
Quest'anno, dopo la pausa incomprensibile ed inaccettabile dello scorso anno, la luminaria di largo Parano s'è fatta, grazie alla volontà dei residenti , che hanno voluto e avuto l'autorizzazione dall'amministrazione per agire nel riaspetto della tradizione e delle norme a tutela di case, cose e soprattutto persone. La luminaria di largo Parano è stata fatta come va fatta la luminaria : tre ordini di fascine raggruppate per tre; la legna è quella dell'ulivo, che ricorda il giardino del Getsemani e dunque la paura di Gesù e il silenzio di Dio ; le canne, messe in mano al Cristo flagellato e deriso come scettro insieme alla corona di spine: scettro e corona del Re dei giudei; e le palme in ricordo dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme. All'apice della luminaria svetta il vessillo rosso e nero per ricordare la Passione e il Lutto, ma anche la rivoluzione di un eversore che cacciò i mercanti dal tempio e sfidò l'impero. Il depositario dei segreti della luminaria, a Leonforte, è il professore Arena, che da anni chiude l'acqua della Granfonte il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio perché nel giorno della morte di Dio anche l'acqua della Brivatura deve tacere. L'acqua è vita e non può esserci vita senza Dio, nel cuore dei credenti, dice il professore Arena e conclude : "così dicevano gli antichi". La luminaria di Largo Parano quest'anno scalderà i pellegrini, ammalierà i viandanti e conforterà gli addolorati che non potranno certo dimenticare quello che ora accade in Palestina: morti e amputati nella terra in cui Dio si fece uomo per salvare l'umanità dal male ma non dai colonizzatori israeliani.



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