Leonforte non è un paese per vecchi
- Gabriella Grasso

- 19 giu
- Tempo di lettura: 2 min

Avere una persona anziana e malata da accudire è difficoltoso specie se la sanità è un muro di gomma. E' successo e succede troppo spesso a Leonforte.
Una leonfortese ha inviato in redazione la sua testimonianza per dimostrare quanto poco vale una vita se non è burocraticamente certificata, a discapito delle urgenze sanitarie e dei bisogni improcrastinabili. La traduciamo dall'antilingua calviniana, che serve a deumanizzare le persone trasformandole in soggetti codificati e auguriamo ogni bene a chi l'ha inviata.
La lettera inviata in redazione è stata già spedita al direttore generale dell'Asp di Enna.
Oggetto della missiva è la richiesta di ricovero della madre, donna di 91 anni, affetta da grave demenza senile con totale compromissione delle autonomie personali e strumentali, presso una RSA dotata di modulo specifico per pazienti con morbo di Alzheimer e demenza, che possa garantire riabilitazione post-chirurgica, dato che la signora ha subito una frattura del femore per la quale è stata ricoverata prima presso il Ferro/Branciforti/Capra e poi trasferita , per competenza chirurgica, al Basilotta di Nicosia ( ospedale munito di unità operativa chirurgica). Nel territorio di competenza dell'Asp di Enna, l'unica struttura idonea ad accogliere questi pazienti, è Villa Maria,: RSA di Leonforte, ma occorre il CDCD ossia un certificato diagnostico, rilasciato esclusivamente dal Centro per Disturbi Cognitivi e Demenze, del Chiello, di Piazza Armerina. Per ottenere questo certificato la signora di 91 anni , ancora ricoverata in Ortopedia al Basilotta, dovrebbe essere portata al Chiello di Piazza Armerina, visitata accuratamente e ritenuta idonea. La signora non vuole trattamenti privilegiati o di favore, ma celerità. Non vogliamo entrare nel merito della trafila burocratica che è deumanizzante e lesiva del diritto costituzionale alla cura però ugualmente domandiamo: è possibile avere una rete assistenziale che sollevi dall'onere del disbrigo pratiche chi assiste un malato? E' possibile mettere a conoscenza il malato o chi lo assiste dei certificati necessari per l'accesso alla cura e all'assistenza, prima che si presenti l'urgenza? Ancora, quanti sono gli utenti in lista di attesa per le convenzioni residenziali e quanta la sproporzione tra richiesta e possibilità di ricovero? Se sproporzione c'è. E il fabbisogno quanto velocemente cresce con l'aumento della popolazione anziana? In ultimo vorremmo sapere quanto è ampio il fronte dei malati senza riconoscimento dei propri diritti?
La storia di cui sopra ha portato una novantenne in Pronto Soccorso poi in un nosocomio munito di ortopedia e in ultimo, quando sarà possibile (con buona pace dei bisogni della malata) ad altro luogo mentre il decadimento cognitivo avanza e la disperazione di chi assiste, anche . No, il nostro non è un paese per vecchi e malati, ma non lo è neppure per giovani sani. Il nostro è, certamente, un paese per burocrati .










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