Leonforte si prepara a riaccogliere il Trittico del Beato Angelico
- Gabriella Grasso

- 16 lug
- Tempo di lettura: 2 min

Il 15 Luglio 2025, il sindaco di Leonforte ha comunicato al popolo social di aver inoltrato formale richiesta nientediméno che al Ministero della Cultura e alla Regione Sicilia "affinchè acquistino o acquisiscano il Trittico di Leonforte"; ri-dichiarato, in quel di marzo "bene di interesse nazionale" (per intercessione del Ministero della Cultura, tramite il direttore della Biennale di Venezia). Il Ministero o la Regione o insieme o ciascuno per suo conto dovrebbero acquistare o acquisire l'opera venduta per 700mila franchi svizzeri al fine di farlo rientrare in Italia per poi consegnarlo, brevi manu, al Comune di Leonforte perché, scrive il sindaco: " il trittico rappresenta l'identità del popolo leonfortese".
Piddaveru? hanno esclamato i leonfortesi che l'identificazione con l'opera Il Giudizio Universale Ascensione e Pentecoste, di Guido di Pietro poi conosciuto come Giovanni da Fiesole e infine come Beato Angelico, non l'avevano mai avverita mentre certamente sentono vivissimamente identitaria la Granfonte, la fava larga , piazza Margherita, gli Altari di san Giuseppe, la madonna del Carmelo e anche il tocco, ma poi l'ossessione identitaria non é cosa di destra? Mentre l'attuale sindaco di Leonforte è del PD! O no? Capisco che l’identità è un grande mito del nostro tempo, ma è pur vero che fare un discorso identitario significa aspirare a modelli reazionari, xenofobi e illiberali. In nome dell'identità in Europa, a due passi da noi, nella ex Jugoslavia dilaniata da nazionalismi identitari, l'11 luglio 1995 si consumò un genocidio a Sebrenica. Dobbiamo cambiare completamente logica, fuoriuscire dalla logica identitaria ed entrare nella logica delle somiglianze, fare a meno delle ingannevoli certezze dell’identità e navigare nel mare aperto della comunità. Un'opera d'arte è tale perché chiunque vi si identifica perciò prepariamoci ad accolgierla piuttosto. Allestiamo un' ala del palazzo Branciforti, adeguiamo il museo Liardo così da esporvi anche le litografie del pittore garibaldino o meglio creiamone uno nuovo così da presentare ai leonfortesi e ai forestieri la molteplice e indefinibile identità paesana, fatta di scarpitte, tombolo, cuddure, canali e pitture eccelse, tanto tempo ne abbiamo.










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