LUIGI BOGGIO:"NICOSIA? UN ISOLA FELICE....."
- Luigi Boggio
- 10 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Nicosia un'isola felice circondata da lussureggianti boschi e prati sempre verdi con mandrie al pascolo. Dall'altura del castello si vedono Capizzi, Mistretta, Castel di Lucio sui Nebrodi, Gangi sulle Madonie, Sperlinga sugli Erei, Villadoro lungo la valle delle alture dell'Altesina e di Gangi.. Un'isola veramente felice senza influenze esterne, aperta e inclusiva, per motivi di studio, professionali, lavorativi e politici. Una città felice e accogliente che non ha conosciuto il banditismo, la mafia, la massoneria. Il banditismo fenomeno non conosciuto anche se vi erano delle bande che infestavano le campagne con un reparto di poliziotti della Celere, di stazza in città, che gli dava la caccia. Reparto che per le sue capacità venne trasferito a Montelepre, il paese del famoso bandito Giuliano. Quel Giuliano, non voglio sbagliare, che fu ospite per alcuni giorni del famoso barone volante Stefano La Motta. Della mafia, giriamo pagina, perché non è mai esistita. I Capi, invece di starsene nelle aie a spartire il grano nei feudi dei signori latifondisti se ne stavano in piazza a passeggiare.Così nelle piazze di Capizzi, Mistretta, Castel di Lucio, Sperlina, Villadoro frazione di Nicosia. Gangi fa storia a sé per il metodo utilizzato dal prefetto Mori con l'assedio del paese con lo scopo di costringere i capi dell'organizzazione criminale ad uscire allo scoperto e consegnarsi ai carabinieri . Un'operazione esaltata da Mussolini, convinto che sarebbe stata l'avvio per spezzare il rapporto con alcuni ambienti politici, anche suoi, con la mafia. Senza comprendere che non bastava la sola repressione e che ci voleva dell'altro per sradicare malcostume e corruzione. Nello scorrere del tempo la mafia nella sua continua trasformazione ha avuto sempre bisogno della politica come la politica della mafia. Ci sono pagine di storia passata e presente per un fenomeno che non si riesce a stroncare anche se giornalmente capi e gregari subiscono dei duri colpi in arresti, condanne e sequestri di beni. Il prezzo pagato però in donne e uomini delle istituzioni è stato grande. Ma non è finita perchè dipende molto dalla politica e dall'impegno civile di ognuno di noi. Per la massoneria, mi limito semplicemente a dire, che è un'invenzione dello spirito. Uno spirito che aleggia nei palazzi della politica, dell'economia e dei grandi affari. Lontano dalle piccole realtà per dimensioni e interessi come nell'isola felice di Nicosia, mortificata ultimamente per il grande parlare sulla stampa. Mentre per la politica sono rimasto indietro ai tempi del dominio incontrastato della Dc. Quando era visibile e sostanziale la funzione della Chiesa sul piano dell'orientamento politico e della scelta anche degli uomini di governo e la gestione degli Enti. C'è una foto che rappresenta bene quel potere meglio delle parole. La visita dell'allora presidente della Regione Giuseppe D'Angelo al comune. Nella foto si vede il parroco di Santa Maria Maggiore padre Stazzone che fa strada agli ospiti verso la sala del consiglio con in testa il presidente della Regione, un passo indietro sulla sinistra l'allora sindaco Avv. Motta, sulla destra i fratelli Di Fini, entrambi sacerdoti, dietro uno stuolo di notabili locali. Meglio non posso dire, ma conosco i volti e le espressioni di quel potere. Nicosia non è stata mai un'isola felice, ma una comunità di grandi delusioni. Il sogno di diventare provincia durante il fascismo, il treno che non è mai arrivato con un'opera di grande ingegneria ferroviaria, la strada Nord- Sud che non si completa, i sali potassici che restano sotto terra con la sua preziosa kainite, solfato di potassio, utile per i fertilizzanti in agricoltura che importiamo.










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