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NOSTOS: LA MATERIA E LO SPIRITO. A Nicosia una mostra personale di pittura di Michele Pincipato Trosso

Si terrà a Nicosia dal 14 al 16 giugno 2025, la mostra di pittura NOSTOS: la materia e lo spirito

ad esporre le sue opere il pittore Michele Principato Trosso

La mostra e`curata di Nino Arrigo e vedra` la

presenza dell'artista gelese Giovanni Iudice.

A corollario dell'evento ci sarà una degustazione di vini con il sommelier Marco Castrogiovanni.

L'evento si terrà presso il Palazzo Cirino nei luoghi dell' Antica Spezialia del poeta Carmelo La Giglia.

In via F.lli Testa di Nicosia

vernissage sabato alle ore 19,30


Cenni biografici

Principato Trosso è un artista internazionale

E' nato nel 1974 a Neu-Ulm (Germania) e vive e lavora a Capizzi in provincia di Messina. Nel 2003 si è laureato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania. E' stato selezionato dal gruppo Musae under 35; ha esposto alla Biennale di Grafica a Perugia, Biennale di Palermo, alla 54ª e 55ª Biennale di Venezia, alla Biennale di Madeira (Portogallo), Biennale del Marocco, Biennale di Montevideo(Uruguay), Biennale di Londra(Inghilterra) , International Tsai-mo Ecology Art Exhibition” di Taichung (Taiwan), Galerie Friedrichshöhe di Berlino (Germania), WAS Congress of Sexology di Singapore(Cina ), Sorbonne Universitè di Parigi(Francia), City Arts Centre di Vladimir (Russia), Museum Literary and Music di Michurinsk(Russia) e Vostok Art Cluster di Mosca(Russia), e di seguito ha esposto in altri stati Spagna, Belgio, Turchia e Stati Uniti d'America.



Testo critico di Nino Arrigo

Nostos


Il tema di questa mostra di pittura dell’artista Michele Principato Trosso è il viaggio. E non c’è viaggio senza ritorno in patria. È il tema archetipo dell’Odissea e del racconto dell’eroe mitico Ulisse, il più potente di tutti i miti secondo James Joyce che, in piena modernità, forniva la sua declinazione dell’Ulisse attraverso l’Odissea di Leopold Bloom durante una giornata in una metropoli europea. Ma tutta la letteratura occidentale è intrisa di questo archetipo che attraversa tanto la letteratura quanto le arti figurative e, più recentemente, anche il cinema. E torna in mente una vasta schiera di epigoni sui quali si allunga l’ombra di Ulisse: dal capitano Ahab di Melville, all’Anguilla pavesiano, sino ai protagonisti delle odissee cinematografiche di Kubrik e Wenders e pensiamo a un classico della fantascienza come “2001: Odissea nello spazio” e a “Paris Texas”.

Un tema cucito bene addosso al pittore siciliano che, dopo una lunga e quasi trentennale odissea di esposizioni in diverse parti del mondo, sente il richiamo delle radici legate al suo territorio e, come i rami e i tronchi degli alberi che ama dipingere, si avvinghia e si attacca alla terra che ama. Terra aspra, ruvida, scabra come le montagne che circondano il paese in cui è nato e il cui sangue rosso alimenta e fa vivere la sua pittura. Una vera e propria linfa vitale che dischiude agli occhi degli spettatori la sua poetica.

Perché è un poeta della materia, a tratti istintivo e passionale, a tratti cerebrale MPT che, con mestiere, scolpisce tele con sciabolate che generano grumi vitali di colore, tra eros e alchimia. Un Ermete Trismegisto contemporaneo le cui forme emergono, straripando dagli argini infiniti di un brodo primordiale, un caos amorfo e indistinto di colore in ebollizione, con energia dionisiaca.

Tutto questo e molto altro ancora è Michele Principato Trosso, con la sua pittura materica, dalla cifra originale. E colpisce lo spettatore irrompendo per forza estetica con un caleidoscopio di colori vivaci e dalle forme evanescenti che fanno capolino o si nascondono alla vista, quasi per magia, in una sapiente alternanza di pieno e vuoto, mossa da un orror vacui.

È la natura la protagonista delle sue tele, dagli abissi più profondi alle volte celesti ma, come un ologramma, “non c’è atomo che si muova o viva nella materia che non abbia il suo sottile doppio nello spirito”. E, così, osservando la biosfera, il pittore si guarda allo specchio, immergendosi nelle profondità del suo inconscio. Osservando attentamente il cielo stellato sopra di sé, non può che scoprire la legge morale e le questioni etiche che sono parte integrante della sua attività artistica e che lo rendono, in maniera del tutto personale, un artista “engage”.

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