PIERGIACOMO LA VIA: massoneria,magistratura, strutture deviate
- Piergiacomo La Via
- 5 lug
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Non sono un massone. Ma non ho nessun pregiudizio nei confronti della massoneria. Così come rispetto tutte le religioni pur non essendo credente o il lavoro dei club service pur non facendone parte.
E’ nota l’importanza storica che la Massoneria ha avuto nel risorgimento. Mazzini e Garibaldi (che mi piace meno) in primis o Cavour, che non mi piace affatto, erano massoni. Pare che lo fosse anche Carlo Pisacane, che invece adoro.
E poi furono massoni menti illuminate quali Voltaire, Mozart, Oscar Wild. Si pensa che anche Gandhi e l’anarchico Malatesta lo fossero.
Le idee che stanno alla base dei liberi muratori, giustizia, pace, uguaglianza, d’altra parte, sono affascinanti e sicuramente hanno contribuito al progresso dell’umanità. Insieme ad altre, penso all’ideale socialista che è stato determinante per l’emancipazione delle classi lavoratrici e dei più deboli.
Nel mio percorso di maturazione politica non sono stato mai attratto da associazioni di tipo massonico soprattutto per l’ambiguità che ne deriva a causa della poca trasparenza dell’operato. E personalmente non credo che si possa essere massone e uomo di sinistra allo stesso tempo.
Anche se qualcuno ne afferma l’esistenza. Se ve ne sono evidentemente non la pensano come me.
Ognuno ha il diritto di associarsi liberamente e l’appartenenza ad una loggia massonica certamente non è reato.
Questo però vale per tutti i cittadini, ma non per i Magistrati. Per loro vige un preciso divieto di iscrizione alla massoneria. La violazione del divieto comporta una sanzione non penale ma disciplinare. E non è cosa da poco.
La norma è corretta. Perché come potrebbe un Pubblico Ministero coltivare un’indagine nei confronti di un sodale o un Giudice decidere serenamente un processo a carico di un suo “fratello” ?
La magistratura è un potere dello Stato, autonomo, indipendente, imparziale. Ed è proprio l’indipendenza e l’imparzialità che vengono messe a repentaglio da vincoli gerarchici di associazioni di questo tipo, fondate sul principio dell’obbedienza.
Eppure -è risaputo- vi sono magistrati che infrangono questo divieto.
E onestamente pur sforzandomi non riesco a trovare nessuna giustificazione.
Per questa categoria di contravventori mi fermo alla profonda disistima.
Condanna dura e disprezzo, invece, ove accertate le responsabilità, per tutti i soggetti che occupando o avendo occupato posti nevralgici delle istituzioni operano in strutture deviate, quali logge, servizi segreti, vertici delle forze di polizia, magistratura inquirente, depistando indagini o avendo contribuito, anche in collusione con la mafia, a stragi, ancora irrisolte e delitti di Servitori dello Stato, caduti nel compimento del proprio dovere.
Per costoro, criminali a prescindere dal tipo di associazione o dalla funzione esercitata, davvero nessuna scusante, nessuna attenuante e nessuna deroga senza alcun dubbio neppure di fronte all’adagio latino “parce sepulto”.
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