Giusta ed opportuna la battaglia dell’Ancipa portata avanti dai Sindaci e dai Parlamentari delle popolazioni della zona nord dell’ennese.
Un territorio povero e piccolo.
Molto più piccolo di un rione di Catania o di Palermo, che si ribella alle angherie di uno dei peggiori governi regionali.
Che cosa vorrebbero toglierci ancora, anche l’acqua ? E forse domani, perché no, l’aria.
Qualcuno mi ha chiesto se si può parlare di “interruzione di pubblico servizio”.
Si certo.
Il reato c’è.
Non è interruzione, ma tentata interruzione di pubblico servizio.
Lo hanno commesso Cocina & C.
Loro sono gli autori del reato che vanno iscritti nel registro degli indagati e i 26 mila cittadini le persone offese.
I gestori regionali dell’acqua, in violazione spudorata di precedenti accordi scritti, hanno tentato di svuotare la diga in pochi giorni con la conseguenza di assetare le nostre popolazioni. Fortunatamente ciò non è accaduto grazie alla tempestiva chiusura degli interruttori dei passanti ed all’occupazione del potabilizzatore.
Sul punto a mio avviso vanno informate correttamente le competenti Procure della Repubblica.
Certo le soluzioni politiche vanno trovate subito.
I responsabili debbono riparare le condotte nel territorio nisseno ed incanalarvi l’acqua dei pozzi scavati circa tre mesi fa e così colmare i gravissimi ritardi. La natura benigna poi, con le piogge e, speriamo, la neve farà alzare il livello della diga e ci sarà acqua per tutti come è giusto che sia.
Nessuno vuole una guerra tra poveri. Ma la protesta va mantenuta ad oltranza fino a che la situazione non si sarà normalizzata. Siamo montanari. Il nostro orgoglio non ci consente di fare un passo indietro.
A Fabio Venezia, che sta coordinando e dirigendo il movimento in maniera esemplare e dal quale ci sentiamo tutti rappresentati, il compito più difficile.
Quello di pensare e di scrivere un progetto politico alternativo che possa sostituire Schifani, Cocina ed in genere questa tipologia di figure incartapecorite e pseudomassoniche. Figure superate che non sanno costruire, creare e, tantomeno, sognare. Pensano solo a gestire e poi magari non sanno fare neppure quello.
Domani al governo della Regione vogliamo donne e uomini onesti e di livello.
Da questo fazzoletto di territorio può nascere una speranza.
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