FRANCESCO FISCELLA. EMERGENZA IDRICA A NICOSIA: UNA COMUNITA| CHE RISCHIA LA ," MORTA GORA".
- Germinal Controvoce
- 23 ago
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Ancora una volta, a Nicosia viene vietato l’uso potabile dell’acqua della rete idrica. Non è la prima ordinanza, né purtroppo sarà l’ultima se non si interviene con decisione. Il problema dell’inquinamento dell’acqua si ripresenta periodicamente da anni, senza che mai si sia arrivati a una soluzione definitiva.
Le cause sembrano essere note a tutti: perdite nella rete fognaria, infiltrazioni dovute agli animali nelle sorgenti o alle tubazioni di adduzione. Sono problemi tecnici, certo, ma che si traducono in un rischio reale per la salute di tutti. La presenza di Escherichia coli, ad esempio, può provocare infezioni gastrointestinali, diarrea, crampi addominali e, nei casi più gravi, complicazioni renali soprattutto nei bambini, negli anziani e nelle persone fragili.
Ciò che lascia increduli non è solo il ripetersi di ordinanze temporanee, ma l’assenza di un progetto strutturale che restituisca ai cittadini la garanzia di un’acqua pulita e sicura. È come se la politica locale, di ogni colore, si fosse abituata all’idea che il problema non sia risolvibile, lasciando la popolazione a convivere con una precarietà inaccettabile.
Eppure, ciò che colpisce di più è l’indifferenza: non solo delle forze politiche, ma anche di quella parte della società che dovrebbe essere più attenta, vigile e culturalmente sensibile. È come se la nostra comunità, a poco a poco, stesse smarrendo la capacità di indignarsi, la forza di reagire e di chiedere il rispetto dei propri diritti.
Questa assuefazione al disagio è la vera emergenza. È la sensazione di scivolare lentamente verso quella “morte gora” di dantesca memoria: una condizione in cui si sopravvive senza speranza, immersi nell’acqua stagnante dell’abitudine e della rassegnazione. Non c’è peggior destino per una comunità che rinunciare a lottare per la propria dignità.
L’acqua non è un lusso: è un diritto. Senza acqua sicura non c’è salute, non c’è futuro, non c’è vita comunitaria che possa dirsi tale. È tempo che cittadini e istituzioni rompano questa inerzia, prima che la “morta gora” diventi l’immagine definitiva di Nicosia.










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