I Leoni di Leonforte e la vasca dell'acqua serviranno a resistere all'eutanasia di Stato?
- Gabriella Grasso

- 10 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Il governo Meloni ha condannato a morte interi territori proclamando, senza pudore: il loro accompagnamento verso una lenta e inesorabile scomparsa. Parliamo di 1500 comuni destinati a sparire. Comuni delle aree interne, che con un documento governativo hanno appreso dal nuovo Piano strategico nazionale 2021/2027 l'ineluttabilità della loro scomparsa.
Da questa premessa sono cominciati gli incontri di martedì e mercoledì tenuti dall'Università popolare e da Sicilia Antica.
Martedì 9 e mercoledì 10 luglio, l'Università popolare e Sicilia Antica hanno discusso di Branciforti (i veri Leoni di Sicilia) e di monumenti da "reinventare" senza feticistico attaccamento all'antico, con buona pace dei laudator temporis acti.
Martedì 9 luglio, Alessandro Castiglione , responsabile dell'Ecomuseo e appassionato di storia leonfortese, ha ricostruito per "episodi" la saga dei Branciforti e l'ha fatto ai piedi del palazzo Branciforti e per l'occasione, partecipanti hanno potuto vedere o rivedere il museo Liardo, che sorge nelle ex carceri del palazzo, grazie all'impegno del collettivo Parco Sottarco. L'incontro di martedì ha rilanciato il progetto di un'azione fattiva, agita dalla società civile.
Lo stesso ha fatto, mercoledì 10 luglio, Sicilia Antica. Riprendendo, grazie alla lezione del profgessore Nigrelli sul ninfeo inteso fontana delle ninfe, il concetto di conoscenza dei luoghi e della loro peculiare storia come atto necessario alla loro stessa salvaguardia . La fontana delle ninfe, ripulita, illuminata e attivata per l'occasione, ha permesso di apprezzare la casa dell'acqua e la sua struttura a opus incertum: realizzata con pietra locale, dismessa per disuso e oggetto di interesse per nuovo uso.
La casa che casa non è, potrebbe essere rivisitata per accogliere le esigenze contingenti senza tradire la sua vocazione originaria? Potremmo ritrovare ciò che abbiamo dimenticato e inventare quanto di nuovo viene richiesto, secondo il motto intelligere, interrogare, invenire e cogliendo la profonda relazione fra le cose e il loro uso?
Forse dovremmo, ma occorre l'impegno di tutte e tutti.











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