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In Sicilia si sperimenta la pulizia sociale: i vecchi e i poveri sono un peso? "Eliminiamoli"

Rosalba D'Accorso, coordinatrice provinciale M5S, ha postato, sulla sua pagina Facebook, la situazione della rete ospedaliera regionale, che ha confermato i tagli all'ASP di Enna: sono previsti 34 i p.l. in meno.

La Commissione sanità all'ARS ha, nell'incontro di lunedì 29 luglio, stabilito una riduzione di 30 posti letto a carico dell'ospedale Umberto I e di 4 per il Ferro/Branciforti/Capra di Leonforte a cui sono stati riconosciuti 2 posti letto in più per la Lungodegenza.

Se questi dati verranno confermati nella riunione del 6 agosto, il FBC sarà, unitamente all'Umberto I, l'unico ospedale periferico a subire tagli e dunque ulteriori depauperamenti. Non sono previsti potenziamenti e pare sfumata anche l'ipotesi del polo d'eccellenza per la riabilitazione; Il Chiello di Piazza Armerina non avrà alcuna riduzione ( l'onorevole Lantieri ha ottenuto quanto promesso per la sua città in cambio del nulla per Leonforte?) e l'Umberto I , già oberato dall'intera utenza dell'ennese (essendo un DEA di I livello ossia un Dipartimento di Emergenza e Accettazione che offre servizi di Pronto Soccorso e trattamenti diagnostici/terapeutici di medicina generale , chirurgia generale, ortopedia , traumatologia e cardiologia) come potrà dare risposte sufficienti ? Come potrà accogliere le persone bisognose di assistenza e cura con la riduzione di 30 p.l. di cui 8 di ortopedia, 6 di ostetricia, 4 di pediatria, 4 di oculistica ? Il 2025 avrebbe dovuto essere l'anno della riduzione delle liste d'attesa e difatti con l'investimento, nel 2024, di 515 milioni di euro per il potenziamento delle strutture sanitarie private accreditate, la riduzione delle liste d'attesa c'è stata, basta pagare e i tempi di attesa si riducono. L'offerta sanitaria è certamente diventata più flessibile ma meno accessibile o meglio più selettiva o anche riservata a chi può permettersela. Il piano Schifani/Faraone è quello di relegare al pubblico i casi più complessi e meno redditizi, come la cura delle malattie croniche, oncologiche e delle emergenze e riservare al privato convenzionato le prestazioni più remunerative come le visite specialistiche e gli interventi chirurgici. La collaborazione con il privato dovrebbe essere regolamentata per garantire il rispetto del principio di universalità e accessibilità dei servizi per tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dal reddito e dalla zona di residenza e inoltre dovrebbe assicurare il ricorso al privato come complemento e non in sostituzione del pubblico. Chi garantirà le fasce più vulnerabili? Le zone più marginalizzate e caratterizzate dai profondi squilibri socio economici? Ci vorrebbe una governance responsabile e rispettosa dei principi costituzionali. Ci vorrebbe, ma non c'è. E manca anche una classe politica in grado di fronteggiare questa ingiustizia, sulla pelle degli ultimi si fa solamente propaganda. I poveri e i vecchi sono un peso e curarli o assisterli è uno spreco. Questo è l'orizzonte ispirazionale della nuova rete sanitaria siciliana, se funziona la esporteranno anche al nord.

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