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NICOSIA, IL MISTERO DELLA RESPONSABILITA' POLITICA

Herlock Sholmes

I

Rieccomi tra voi! Vogliate scusare la mia assenza in questi giorni ma sono stato impegnato in un intricato caso ad Antananarivo e quindi non ho potuto affrontare quello che ad occhio e croce sembra essere un caso molto interessante. E fermo restando che secondo me Nicosia andrebbe candidato non come borgo più bello d’Italia ma come esportatore primo di attack politico per le poltrone, sembra quasi che la responsabilità politica è un qualcosa che a tutti i politici locali piace sbandierare, a ben pochi praticare. Veniamo al caso. Un anno fa circa viene eletta come presidente del consiglio Maria Letizia D’Amico. Per festeggiare il lieto evento il consiglio comunale si trasforma in una sorta di circo a cui seguono le dimissioni di Bonelli poi ritirate (ultimamente per ricordare l’evento è stato fatto un revival dal sindaco Bandecchi). La cosa che portò alla elezione della D’Amico fu la formazione di una nuova maggioranza in consiglio comunale in opposizione a Bonelli. Giustamente, seppur alquanto raffazzonata, questa nuova maggioranza ha chiesto a Bonelli un passo indietro in quanto in rispetto della democrazia non aveva più i numeri per governare il paese, ragionamento pienamente condivisibile e su cui, col senno di poi, oltre alla razionalità (che ci sta) c’è stato un vergognoso uso di colpi di scena populisti sia da parte del duo Pagliazzo-D’Amico che volevano la veste dei tirannicidi, sia di Bonelli dopo che con queste dimissioni poi rimandate rappresenta il punto più basso della politica nicosiana (ma già ai tempi avevo condannato quest’ultimo aspetto). Il duo Pagliazzo-D’Amico, comunque, che ha capito di aver fatto la frittata e che col tempo si erano ormai condannati all’oblio politico, durante l’estate hanno provato a fare ammiccamenti per come è stato svelato dal mio collega Merlino, cosa che è stata molto divertente per le esternazioni da “beccato con le mani nella marmellata” di Pagliazzo che ha praticamente ammesso che c’erano stati degli incontri pur negando il rientro. Ma veniamo all’ultimo capitolo di questa tragi-commedia. Il senso di responsabilità evocato dalla nuova maggioranza sembra in questi giorni essere scomparso dato che, ora che alcune parti di questo carrozzone si sono resi che la D’Amico non è certamente la migliore scelta politica per rivestire il ruolo di presidente del Consiglio, stranamente adesso la D’Amico, ai tempi voce “moralizzatrice” assieme agli altri per le dimissioni di Bonelli in nome della democrazia, non si dimette in nome degli stessi principi evocati verso Bonelli.

A questo punto il mistero è di facile risoluzione, ovvero che il Consiglio Comunale è come la Chiesa: “Fate quello che dico io, non fate quello che faccio io!”

Quanto è bello ergersi a capi-popolo! Ma a volte bisogna ricordarsi che il popolo va pure rispettato.

Elementare Watson

Herlock Sholmes

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