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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Nino Carosia e il blocco del popolo

Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tennero le elezioni per l’Assemblea Costituente, anche a Leonforte. Su 9.488 elettori, votarono 8.412, pari all’88,7%. Dopo vent’anni di fascismo, tanta era la fame di libertà. Sulle schede elettorali, i votanti trovarono dodici sigle e di seguito riporteremo i risultati per ogni partito:

PCI (Partito Comunista Italiano: 1688, PSIUP (Partito Socialista italiano Unità Proletaria) 1.820, DC (Democrazia Cristiana) 1.674, AZ (Partito d'Azione) 137, ISS ( Indipendenza Siciliana Sinistra) 56, PSIL (Partito Indipendenza Siciliana del Lavoro) 62, PRI (Partito Repubblicano Italiano) 29, MIS (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia) 496, UDN (Unione Democratica Nazionale) 579, UQ (uomo Qualunque) 390, BNL (Blocco Nazionale per la Libertà) 387 MNR ( Movimento Nazionale per la Repubblica) 149.

Con 1.820 voti, il Partito socialista fu la prima forza politica della città. La sede del partito si trovava in piazza Margherita e il segretario era Nino Carosia. Tesserati illustri furono l'avv. Mazzocca, l'avv. Salamone, il prof. Sanfilippo, e ancora Angelo Pecora, Primo La Porta, Raffaele Giuffrida, Guglielmino La Delfa, Giacomo Basilotta e Santo La Ferrara.

Nel 1948, comunisti e socialisti diedero vita al Blocco del Popolo e al grido di Pane e Lavoro sfilarono lungo il Corso Umberto, con al collo un fazzoletto rosso e in mano le bandiere di Togliatti, Nenni, Garibaldi e Stalin. La Democrazia Cristiana, che a Leonforte ebbe solo tredici iscritti aveva sede nella casa del prof. Crimì. Segretario del partito dopo Crimì e Ferro fu Giuseppe Baia , amico e sostenitore di Scelba. Dei 3.390 elettori che il 2 giugno del 1946 votarono monarchia contro i 4. 379 della repubblica, pochissimi si riconobbero dopo nel Partito monarchico, rappresentato dall'ingegnere Mustica. Il Movimento Sociale Italiano, fondato a Roma il 26 dicembre del 1946 da Arturo Michelini, a Leonforte raccolse i fuoriusciti dell'Uomo Qualunque e trovò in Nino Buttafuoco, che sarebbe diventato parlamentare regionale, nazionale e europeo, il massimo rappresentante.

Un episodio che vale la pena ricordare è quello dei due sindaci. Elezioni comunali del 26 novembre 1964 , il Partito Comunista conquista la maggioranza assoluta e nella seduta consiliare del 24 febbraio 1965 esprime sindaco e assessori. Il nuovo sindaco, Nino Rubino insieme alla nuova giunta, senza aspettare l'approvazione della deliberazione della Commissione Provinciale di Controllo, l'8 marzo del 1965 si insediò nel gabinetto del sindaco, ancora occupato dal precedente Di Salvo. Ci furono questioni e dovette intervenire l polizia che chiese conto e ragione all'usciere Vincenzo Secolo per aver aperto il comune agli "abusivi". Secolo dovette dare conto del suo operato ancora il 14 marzo del 1965 quando la nuova amministrazione, senza che ancora fosse arrivata l'approvazione tutoria della delibera, si riunì nell'androne del municipio data "l'assenza del segretario comunale, dei vice segretario e di tutti gli impiegati" eccezion fatta per l'usciere che dopo anni di precariato venne assunto come inserviente. Si racconta che deluso dal trattamento riservatogli dicesse a chiunque incontrava : " con l'arrivo dei compagni si sperava che smettesse di piovere e invece cadunu rannuli quantu li nuci".

Da Figure e Fatti di vita leonfortese di Rino Vasta.


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